ANNO 14 n° 115
Il boom della moda low cost e la realtà dietro i brand “fast fashion”
Rubrica a cura di Martina Pedica
19/05/2022 - 11:07

di Martina Pedica

Fabrica di Roma - COSA SIGNIFICA FAST FASHION?

Il termine low cost ovvero “a basso prezzo” concilia perfettamente con il mondo della moda cosiddetta “fast fashion”. Ma cosa si intende con questo? Cosa caratterizza i brand fast fashion? Quest’ultimi sono un settore dell’abbigliamento che produce materiali come ad esempio vestiti o borse, a basso costo e con una veloce disponibilità, come dice proprio il termine “fast”. Producendo una moda a basso prezzo e con un rinnovo dei capi sempre disponibile, anche online, sono moltissime ormai le persone che decidono di acquistare prodotti di questo tipo. Dalle scarpe, alle giacche, ai pantaloni, hanno veramente tutto quello che può servirti per creare il tuo outfit completo. Per fare un esempio se decidessi di acquistare in uno di questi brand una maglietta abbinata con un jeans, un paio di scarpe, una borsa ed accessori vari, alla fine potrei arrivare a spendere neanche più di 100 euro.

MA QUALI SONO LE CONSEGUENZE?

Le persone che decidono di acquistare abbigliamento a basso costo molte volte, però, non sono consapevoli dei danni che questi vestiti hanno sull’ambiente. Realizzarli, infatti, ha un impatto ambientale non indifferente, sia per quanto riguarda le sostanze e i materiali utilizzati, sia per l’inquinamento prodotto da quest’ultimi quando la merce indesiderata viene buttata via, molte volte anche dalla persona stessa che l’ha comprata visto che facilmente i capi si scoloriscono o possono addirittura rompersi e diventare inutilizzabili. Inoltre produrre sempre un’alta disponibilità di prodotti comporta anche uno spreco successivo di essi poiché potrebbero non venire più venduti, ma bensì bruciati. E visto che i tessuti di questi vestiti sono sintetici, come per esempio il poliestere, le sostanze che rilasciano una volta bruciati sono tossiche per l’ambiente e quindi poi anche per l’uomo.Un’altra triste realtà poi è quella dello sfruttamento. Produrre compulsivamente sempre nuovi prodotti porta a lunghi e pesanti orari di lavoro da gestire e non solo. Molto spesso infatti i capi di queste catene di abbigliamento “fast fashion” vengono realizzati nelle aree più povere, come il sudest asiatico, dove non ci sono controlliper la sicurezza sul lavoro o per quanto riguarda lo sfruttamento minorile.

L’incrementarsi del fast fashion è una realtà sempre più visibile agli occhi di tutti. Anche dei più giovani che, complice anche il momento storico che stiamo vivendo, spesso si accontentano di capi usa e getta a basso prezzo per risparmiare.

COSA POSSIAMO FARE?

 

Per evitare tutto questo dovremmo impegnarci a scegliere capiappartenenti a brand sostenibili dell’ambiente. Se, invece, non possiamo evitare di cadere nella trappola della moda fast fashion, possiamo comunque, una volta che i nostri capi ci sembrano passati di moda o magari si sono un po’ scoloriti, rivenderli o donarli in beneficienza. Altrimenti potremmo inventarci qualcosa di creativo, come riutilizzare uno stesso capo ma sotto un altro aspetto, per esempio quello che prima era un vestito, se ora ci sta stretto o troppo corto, possiamo farlo diventare una maglietta. Io stessa una volta ho avuto quest’ultimo problema e visto che mi dispiaceva buttare un vestito che sembrava ancora nuovo, l’ho tagliato e ho creato al suo posto una maglietta molto carina.

Nonostante, come ho già detto in precedenza, questa dura realtà dei brand fast fashion siacompresa damolti ormai, le aziende che lavorano in questo campo sembrano, visto il flusso di denaro ricavato, non voler cambiare la situazione. Allora, a questo punto, sta solo a noi fare la differenza, fosse anche solo quella di dare informazione, a chi non ne è consapevole, di che sfruttamento del lavoro e inquinamento c’è dietro ai vestiti che ogni giorno acquistano.

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