ANNO 14 n° 120
Ex ministro Fioroni: ''Via tutti i segreti di Stato''
Presentato Ddl per istituzione commissione d'inchiesta su caso Moro
09/08/2013 - 04:00

VITERBO - Istituire una commissione parlamentare d’Inchiesta sul caso Moro e rimuovere ogni segreto di Stato che ancora grava sul rapimento e l’assassinio dello statista democristiano e degli uomini della sua scorta. E’ quanto prevede un disegno di legge presentato dai deputati Pd Giuseppe Fioroni e Gero Grasso, che ha subito raccolto l’adesione di sei capigruppo della Camera.

''A distanza di 35 anni – dice Fioroni - conoscere la verità sull'omicidio di Moro e degli agenti della sua scorta renderebbe giustizia alle famigle che hanno subito duramente l'intera vicenda, ma servirebbe anche al Paese per riscrivere pagine importanti della propria storia, soprattutto al fine di evitare che drammi di questo genere possano ripetersi''.

Ad avviso di Fioroni, ''la commissione, visto il sostegno ottenuto da tutto il Parlmanto, avrà lo scopo di svelare quei misteri che ancora avvolgono il caso Moro. Senza sconti a nessuno, perché l'obiettivo e la volontà sono quelli di mettere la parola fine all'intera vicenda, anche togliendo il segreto di Stato sui documenti''.

L’iniziativa di Fioroni e Grasso ha subito aperto un fronte polemico con il settimanale cattolico Famiglia Cristiana, che nell’edizione online ha definito inutile la commissione.  ''Sulla morte dello statista Dc – sostiene Famiglia Cristiana - si sa ormai tutto. Sarebbe meglio – aggiunge - indirizzare risorse ed energie per fare luce sulla strage di piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974 (8 morti e 102 feriti); sulla strage dell'Italicus, avvenuta il 4 agosto del 1974 (12 morti e 48 feriti); l’uccisione del giornalista Mino Pecorelli, avvenuto il 1979; sul caso Enrico Mattei, il presidente dell’Eni morto in un sospetto incidente aereo nel 1962. E ancora: il cosiddetto Golpe Borghese, tentato la notte tra il 7 e 8 dicembre 1970; la vicenda Gladio'.

Secondo Famiglia Cristiana, andrebbe anche accertato perché la commissione d’inchiesta sul terrorismo, attiva dal 1988 e il 2001, ''sia riuscita a far luce quasi interamente sul fenomeno del terrorismo di sinistra, mentre sono rimaste pressoché all’oscuro le trame eversive di destra''.

Immediata la replica di Fioroni e Grasso: ''Famiglia Cristiana conosce la verità? Allora c'è la racconti...tutta'''. Poi i due parlamentari passano ad elencare una serie di punti oscuri: ''È vero o non è vero – chiedono - che la sede nella quale Aldo Moro è stato tenuto prigioniero era sorvegliata dai servizi segreti italiani e non solo? È vero o non e' vero che la mattina dell'8 maggio 1978 dal Ministero degli Interni è partita una telefonata che ha bloccato l'irruzione dei reparti speciali del generale Dalla Chiesa nel covo in cui era Moro? È vero o non è vero che durante la prigionia Moro è stato confortato da un sacerdote? È vero o non è vero che la P2 agì pesantemente perché lo Stato non trattasse? Risponde al vero la notizia che alcuni magistrati hanno operato con ritardo rispetto a vicende particolari del caso Moro? Quale il ruolo della CIA, del KGB, del Mossad?''.

Ma gli interrogativi posti da Fioroni e Grasso sono anche altri: ''Come mai in un mondo nel quale si sa sempre tutto, l'azione eversiva dei brigatisti non ha avuto risonanza alcuna e in 55 giorni nessuno ha mai individuato il covo nel quale Moro era prigioniero? Lago della Duchessa da un lato e via Montalcini dall'altro sono elementi sui quali i lati oscuri sono tanti ancora''. Ed infine, per ora, ''come mai i brigatisti non sono ancora in grado di spiegare sufficientemente quello che è successo in via Fani, dove forse il maresciallo Oreste Leonardi si trovò di fronte persone che conosceva e che sparavano contro lui? Perché solo in occasione del rapimento Moro, lo Stato non ha trattato?''.

''Davvero – concludono Fioroni e Grasso - Famiglia Cristiana ritiene che non sia utile continuare a cercare la risposta a questi interrogativi?''.

A sostegno dell’iniziativa dei parlamentari Pd e contro Famiglia Cristiana è intervenuta la figlia di Moro, Maria Fida. ''Non è tutto chiaro per niente. Magari lo fosse, come dice Famiglia Cristiana – ribatte -. Chi ha vissuto sulla propria pelle queste vicende si è reso conto che forse non esistono tante diverse 'trame' nelle vicende recenti del nostri Paese, ma un'unica trama destabilizzante. Per cui indagare su Pecorelli è la stessa cosa che indagare sui 'buchi' del caso Moro e da qualunque bandolo prendi la matassa arrivi sempre allo stesso risultato: che proprio niente è chiaro''.





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