ANNO 14 n° 118
E' iniziata la corsa alla sub-presidenza, in lizza cinque sindaci Pd
Il 31 marzo 2015 l'ente sarà sciolto
12/12/2014 - 02:01

VITERBO - E' già iniziata, nel Partito Democratico, la corsa per la conquista delle spoglie della Provincia che, il 31 marzo prossimo, passerà a miglior, o peggior, vita. Dipende dai punti di vista. Da quella data, infatti, l’amministrazione provinciale, così com'è ora, non esisterà più. La legge prevede che diventi un ente di secondo grado, un po' come le comunità montane di tristissima memoria. Perderà gran parte delle competenze e delle risorse, che dovrebbero passare in parte alla Regione e in parte, minore, ai comuni.

Il presidente e il consiglio della ''cosa'' che prenderà il posto della Provincia non sarà più eletto dai cittadini ma dai sessanta sindaci della Tuscia e dai consiglieri comunali. Alla presidenza possono essere candidati solo i primi cittadini. Il Pd, che controlla circa due terzi delle amministrazioni comunali, è in netto vantaggio sul centrodestra. Una circostanza, la certezza della conquista della sub-presidenza e della maggioranza sul sub-consiglio di Palazzo Gentili, che sta già mandando in fibrillazione i democrat. A presiedere la ''cosa'' si è già candidato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola. Ma alla carica puntano anche i suoi colleghi di Capranica, Angelo Cappelli, Civita Castellana, Gianluca Angelelli, e Montefiascone Luciano Cimarello. Il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini, allo stato dell'arte, si dice estraneo alla tenzone. Ma c'è chi lo dà in agguato, pronto a scendere in lizza se si dovessero verificare le condizioni favorevoli. Al di là della sub-presidenza della Provincia, infatti, potrebbe entrare in ballo anche un seggio del Senato delle autonomie, ammesso che la riforma costituzionale giunga in porto.

La scelta del sub-presidente della Provincia, tra l'altro, sta innalzando il livello dello scontro tra le correnti del Pd. A Enrico Panunzi, Peppe Fioroni, Ugo Sposetti e compagnia cantando, oltre a conquistare le spoglie mortali dell'ente, interessa anche misurare i rapporti di forza nel partito, regolare vecchi conti, marcare i relativi territori d'influenza. Insomma, la guerriglia che stanno organizzando ha ragioni prevalentemente interne.

Un discorso a parte va fatto sui renziani. I supporter del premier-segretario, che pure avevano conquistato la maggioranza alle primarie, appaiono sfilacciati e divisi in più rivoli. Il sindaco di Civita Castellana Angelelli è troppo autonomo per essere ritenuto '’organico’' alla corrente; il capogruppo Pd a Palazzo dei Priori Francesco Serra sembra aver perso lo smalto di un tempo e, si dice, sarebbe sempre più interessato alla sua attività professionale che alla politica. E’ quindi difficile che i renziani riescano a costruire un fronte compatto sul quale combattere la battaglia di Palazzo Gentili.

Se il centrosinistra si troverà presto ad affrontare una nuova guerriglia interna, per il centrodestra è peggio che andar di notte. Innanzi tutto perché tra tre, al massimo quattro mesi, perderà per legge l'ultimo ente di un certo rilievo che guida: la Provincia appunto. Inoltre, si troverà immerso in una competizione elettorale, sebbene riservata a sindaci e consiglieri comunali, nella quale potrà puntare solo alla minoranza assoluta. Nel nuovo sub-consiglio provinciale, infatti i rapporti di forza sono nettamente a favore del centrosinistra. Nonostante la posta in palio sia delle meno appetibili, quel che resta del Pdl dovrà fare i conti con le divisioni tra e nei partiti. Non solo la riesumata Forza Italia è sempre più divisa al suo interno, ma dovrà spartire lo scarno bottino con Fratelli d'Italia e il Nuovo Centro Destra. Tre debolezze in una coalizione, ammesso che riesca a formarsi.

 

 





Facebook Twitter Rss