ANNO 14 n° 118
Birindelli: ''Perseguitata per ritorsione politica''
Birindelli in aula, nel processo per calunnia e diffamazione, contro Gigli
05/10/2016 - 02:00

VITERBO - Vittima di mobbing. Di demansionamenti. Di vessazioni quotidiane a causa di un diverso orientamento politico. È questa la lettura che l'ingegnere Angela Birindelli dà in aula del suo passato burrascoso come dipendente Ater. 

Parla per circa tre ore, davanti al collegio di giudice presieduto dalla dottoressa Silvia Mattei, l'ex assessore regionale della giunta Polverini, costituitasi parte civile nel processo per diffamazione, calunnia, soppressione di documenti e abuso di ufficio a carico di Ugo Gigli. 

Per la Birindelli, l'ex direttore generale dell'Ater avrebbe messo in atto tra il 2010 e il 2014 un vero e proprio piano persecutorio per tagliarla fuori dall'ente. Via la scrivania, via l'ufficio. Zero compiti affidati e mansioni da svolgere.

Al ritorno dall'incarico istituzionale in Regione, la Birindelli non avrebbe potuto fare nulla all'interno dell'ente. Una professionalità, la sua, lasciata totalmente inutilizzata.

Ma non solo. Quegli incarichi esterni che l'ingegnere avrebbe svolto da libera professionista, parallelamente all'impiego pubblico, all'improvviso non sarebbero più stati autorizzati. 

Prima si, poi no. E quelle firme apposte sui documenti originali, si sarebbero trasformate nell'ennesima arma in mano a Gigli per infangare la Birindelli.

''Mi denunciò per aver scansionato la sua firma a sua insaputa. Avrei fatto copia e incolla per ottenere le autorizzazioni. Lo lessi sul giornale, fu terribile - spiega in aula l'ingegnere, perché in quello stesso articolo si faceva riferimento ad un mio possibile licenziamento''. 

Che in effetti arrivò, ad aprile 2014, a seguito dei quattro procedimenti disciplinari avviati dall'ex numero uno dell'Ater. 

''Sono stata dipinta come una professionista negligente, una bugiarda. Ma soprattutto come una manipolatrice. Non potevo accettarlo''. Ecco perché la reazione. ''Ho denunciato Gigli per calunnia, diffamazione e soppressione di documenti: le firme sulle autorizzazioni per gli incarichi esterni non le ho mai alterate. Quelle che ci sono, sono le originali del direttore. Il resto è solo un tentativo di diffamarmi''.

Il perché? ''È da ricercare nell'orientamento politico. Non è un segreto infatti che io e Gigli apparteniamo a ideologie differenti''. Centro destra lei, centro sinistra lui, con una militanza annosa nel Partito Democratico. 

''Tutti in azienda si erano accorti del rapporto teso che c'era tra di noi e del mio progressivo demansionamento, ma chiunque ne chiedesse il motivo, veniva liquidato con un lapidario ''Non sono affari che vi riguardano. Sono io che gestisco io personale'', ha concluso la Birindelli. 

Si tornerà in aula il prossimo 15 novembre per ascoltare altri quattro testimoni dell'accusa.





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