ANNO 14 n° 118
Rimpasto rinviato a dopo le elezioni
L'ingresso di Egidi e Tofani in giunta, frutto di accordo Mo.Ri-Pd,
č ancora bloccato da veti incrociati. Delli Iaconi quasi fuori
30/05/2016 - 02:01

di Eleonora Celestini

VITERBO - Tutto rinviato di almeno una settimana, a dopo il voto per le Amministrative che domenica prossima riguarderà 21 comuni della Tuscia. Non perché l'esito delle elezioni possa chissà quanto condizionare le trattative, al momento ancora bloccate su veti incrociati, ma perché in questi ultimi giorni di campagna elettorale l'impegno, soprattutto del Pd, è riversato in buona parte nei vari centri della provincia chiamati alle urne.

Il rimpasto della giunta di Leonardo Michelini è tornato strettamente di attualità, visto che, dopo il dietrofront dei sette consiglieri comunali Pd 'ribelli' (??????) e il via libera al bilancio, si sta cercando di trovare un nuovo centro di gravità permanente che rispetti tutti gli equilibri del 'post crisi'. In realtà non sembra proprio che il sindaco e la sua maggioranza corrano ormai più il rischio di terminare anzitempo l'esperienza amministrativa. A meno che, però, non si incartino su questo ennesimo rimpasto di giunta. E il rischio c'è. Per diverse questioni.

Innanzitutto i Mo.Ri. L'ingresso di Maurizio Tofani in giunta - con la delega allo Sport per Livio Treta - è il perno su cui ruota tutto l'affaire rimpasto. Per la quale sta premendo da tempo, e ultimamente con un pressing più fitto, Peppe Fioroni. Il quale, conscio del fatto che ormai Michelini non cadrà più, rivendica un ruolo di rilievo in giunta per i Moderati e Riformisti. Ma lo fa cercando di condurre in porto un'operazione il più possibile condivisa col Pd, perché la stabilità di Palazzo dei Priori passa da lì. L'opzione Tofani assessore, probabilmente all'Ambiente, sarebbe condivisa anche dall'area democratica che fa capo a Enrico Panunzi, sempre però, che nella giunta Michelini ci sia spazio anche per il segretario provinciale dei dem, Andrea Egidi, considerato l'elemento rappresentativo del partito in grado di chiudere una crisi nata e consumatasi tutta in seno al Pd. Al prossimo congresso, del resto, Egidi ha già fatto sapere che non si ricandiderà e adesso una coesione non solo formale tra Pd e fronte fioroniano sul rimpasto viterbese verrebbe letta da più parti anche come un segnale maggiormente distensivo in vista del rinnovo degli organi della segreteria provinciale del Pd.

Tutto chiaro, dunque, tutto liscio? Tofani e Egidi assessori e ogni tassello va a posto? Niente affatto. Perché sul banco c'è anche, e soprattutto, la rimozione dell'assessore Delli Iaconi, vero snodo cruciale del rimpasto. Le sue deleghe, infatti, dovrebbero finire tutte nel pacchetto destinato a Egidi, e sull'uscita dalla giunta dell'ex direttore di Unindustria concorderebbero tutte le parti in causa. Anche il gruppo che fa capo a Francesco Serra, il quale circa due anni fa si battè invece proprio per l'ingresso nell'esecutivo comunale proprio di Delli Iaconi. Equilibri che cambiano. In difesa dell'assessore alla Cultura, però, si è da tempo schierato il sindaco Michelini, che di mandare a casa Tonino proprio non vorrebbe saperne. Tuttavia il veto posto dal sindaco sembra essersi indebolito a fronte della compattezza delle richieste della sua maggioranza. Insomma, di consiglieri disposti a difenderlo e a perorare la sua causa ormai Delli Iaconi sembra poterne contare più pochi e il primo cittadino, che perderebbe comunque un fedelissimo, con questa situazione non può non fare i conti.

La compattezza sulla defenestrazione di Delli Iaconi, condivisa più o meno da tutte le anime del governo di Palazzo dei Priori, non coincide però con una uguale intesa sul via libera all'operazione, benedetta da Fioroni e Panunzi, dell'ingresso in giunta di Egidi e Tofani. Su di loro pesa il no di Francesco Serra, ex capogruppo del Pd e referente dei sette dissidenti poi rientrati. Della questione in realtà l'intero gruppo consiliare democratico non ha ancora discusso, lo farà a breve, ma il Pd dei 'ribelli' - che come riferimento ha in giunta le assessore Troncarelli e Perà - sembra ancora una volta diviso sulla scelta dei nuovi componenti dell'esecutivo. C'è chi è favorevole ad Egidi, come per esempio Melissa Mongiardo, Patrizia Frittelli e il capogruppo Mario Quintarelli, e chi come Serra è invece assolutamente sul fronte opposto. Il cardiologo, tuttavia, a cui verrà per l'ennesima volta in fase di riunione del gruppo presentata la proposta di entrare in giunta, ha già ripetuto che non intende entrar a far parte della squadra di Michelini.

In un quadro così complicato è difficile immaginare quali scenari possano alla fine aprirsi per chiudere la partita del rimpasto. Probabile che in casa dem alla fine si proceda con la spiccia conta dei consiglieri a sostegno dei singoli assessori d'area, quelli già in carica e quelli aspiranti. E che si proceda su esclusiva base numerica, con anche qualche possibile colpo di scena. Tutto, però, è rimandato alla prossima settimana, dopo il voto per le Amministrative.

di Eleonora Celestini
VITERBO - Tutto rinviato di almeno una settimana, a dopo il voto per le Amministrative che domenica prossima riguarderà 21 comuni della Tuscia. Non perché l'esito delle elezioni possa chissà quanto condizionare le trattative, al momento ancora bloccate su veti incrociati, ma perché in questi ultimi giorni di campagna elettorale l'impegno, soprattutto del Pd, è riversato in buona parte nei vari centri della provincia chiamati alle urne.
Il rimpasto della giunta di Leonardo Michelini è tornato strettamente di attualità, visto che, dopo il dietrofront dei sette consiglieri comunali Pd 'ribelli' (??????) e il via libera al bilancio, si sta cercando di trovare un nuovo centro di gravità permanente che rispetti tutti gli equilibri del 'post crisi'. In realtà non sembra proprio che il sindaco e la sua maggioranza corrano ormai più il rischio di terminare anzitempo l'esperienza amministrativa. A meno che, però, non si incartino su questo ennesimo rimpasto di giunta. E il rischio c'è. Per diverse questioni.
Innanzitutto i Mo.Ri. L'ingresso di Maurizio Tofani in giunta - con la delega allo Sport per Livio Treta - è il perno su cui ruota tutto l'affaire rimpasto. Per la quale sta premendo da tempo, e ultimamente con un pressing più fitto, Peppe Fioroni. Il quale, conscio del fatto che ormai Michelini non cadrà più, rivendica un ruolo di rilievo in giunta per i Moderati e Riformisti. Ma lo fa cercando di condurre in porto un'operazione il più possibile condivisa col Pd, perché la stabilità di Palazzo dei Priori passa da lì. L'opzione Tofani assessore, probabilmente all'Ambiente, sarebbe condivisa anche dall'area democratica che fa capo a Enrico Panunzi, sempre però, che nella giunta Michelini ci sia spazio anche per il segretario provinciale dei dem, Andrea Egidi, considerato l'elemento rappresentativo del partito in grado di chiudere una crisi nata e consumatasi tutta in seno al Pd. Al prossimo congresso, del resto, Egidi ha già fatto sapere che non si ricandiderà e adesso una coesione non solo formale tra Pd e fronte fioroniano sul rimpasto viterbese verrebbe letta da più parti anche come un segnale maggiormente distensivo in vista del rinnovo degli organi della segreteria provinciale del Pd. 
Tutto chiaro, dunque, tutto liscio? Tofani e Egidi assessori e ogni tassello va a posto? Niente affatto. Perché sul banco c'è anche, e soprattutto, la rimozione dell'assessore Delli Iaconi, vero snodo cruciale del rimpasto. Le sue deleghe, infatti, dovrebbero finire tutte nel pacchetto destinato a Egidi, e sull'uscita dalla giunta dell'ex direttore di Unindustria concorderebbero tutte le parti in causa. Anche il gruppo che fa capo a Francesco Serra, il quale circa due anni fa si battè invece proprio per l'ingresso nell'esecutivo comunale proprio di Delli Iaconi. Equilibri che cambiano. In difesa dell'assessore alla Cultura, però, si è da tempo schierato il sindaco Michelini, che di mandare a casa Tonino proprio non vorrebbe saperne. Tuttavia il veto posto dal sindaco sembra essersi indebolito a fronte della compattezza delle richieste della sua maggioranza. Insomma, di consiglieri disposti a difenderlo e a perorare la sua causa ormai Delli Iaconi sembra poterne contare più pochi e il primo cittadino con questa situazione non può non fare i conti. 
La compattezza sulla defenestrazione di Delli Iaconi, condivisa più o meno da tutte le anime del governo di Palazzo dei Priori, non coincide però con una uguale intesa sul via libera all'operazione, benedetta da Fioroni e Panunzi, dell'ingresso in giunta di Egidi e Tofani. Su di loro pesa il no di Francesco Serra, ex capogruppo del Pd e referente dei sette dissidenti poi rientrati. Della questione in realtà l'intero gruppo consiliare democratico non ha ancora discusso, lo farà a breve, ma il Pd dei 'ribelli' - che come riferimento ha in giunta le assessore Troncarelli e Perà - sembra ancora una volta diviso sulla scelta dei nuovi componenti dell'esecutivo. C'è chi è favorevole ad Egidi, come per esempio Melissa Mongiardo, Patrizia Frittelli e il capogruppo Mario Quintarelli, e chi come Serra è invece assolutamente sul fronte opposto. Il cardiologo, tuttavia, a cui verrà per l'ennesima volta in fase di riunione del gruppo presentata la proposta di entrare in giunta, ha già ripetuto che non intende entrar a far parte della squadra di Michelini. 
In un quadro così complicato è difficile immaginare quali scenari possano alla fine aprirsi per chiudere la partita del rimpasto. Probabile che in casa dem alla fine si proceda con la spiccia conta dei consiglieri a sostegno dei singoli assessori d'area, quelli già in carica e quelli aspiranti. E che si proceda su esclusiva base numerica, con anche qualche possibile colpo di scena. Tutto, però, è rimandato alla prossima settimana, dopo il voto per le Amministrative. di Eleonora Celesti




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