ANNO 14 n° 89
I debiti dietro il suicidio
di Giuseppe Totonelli
Proseguono le indagini dei carabinieri sulla morte del 28enne di Caprarola
07/06/2013 - 04:00

di Alessia Serangeli

VITERBO – Il Re Scorpione andava benone, la sua relazione sentimentale pure. Eppure, nella vita di Giuseppe Totonelli, c’era qualcosa che non andava più per il verso giusto.

A Caprarola chiunque lo ricorda con belle parole - “era una bravissimo ragazzo, con una buona famiglia alle spalle” – e, all’inizio, nessuno riusciva a crederci, a spiegarsi cosa avesse spinto un giovane di 28 anni, sempre sorridente, cordiale e apparentemente senza problemi, a farla finita.

Sono trascorse due settimane dal giorno della tragedia. Totonelli esce di casa la sera del 22 maggio con il suo furgoncino che pubblicizzava il grazioso ristorante di cui era proprietario e che gestiva insieme alla mamma. Due giorni di ricerche ininterrotte e, poi, la scoperta: il suo cadavere giaceva nelle campagne di San Martino al Cimino. Dopo essersi arrampicato sopra un ripetitore telefonico si era infatti lasciato cadere nel vuoto da un’altezza di circa sette metri. Secondo le prime risultanze dell’esame autoptico era morto sul colpo.

In questi quattordici giorni i carabinieri che si occupano del caso hanno indagato e indagato, scavando nella vita del giovane, ascoltando le persone a lui più vicine. Ma è invece da quelle esterne alla famiglia e alla cerca di amici più stretti che hanno trovato le risposte.

Totonelli era vittima di un malessere, di un disagio di cui, purtroppo, soffrono molti giovani e non. Un disagio che lo aveva portato ad indebitarsi. Sebbene non sia ancora stato accertato se si fosse rivolto a qualche usuraio, è certo che doveva soldi a qualcuno (probabilmente poco raccomandabile) e non sapeva come fare. Recentemente era arrivato a vendere la sua auto ma la somma ricavata, purtroppo, non era stata sufficiente a saldare il conto e rimetterlo in carreggiata.

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