ANNO 14 n° 120
Sicurezza Alimentare: 82 milioni in importazioni agricole nella Tuscia
Ranucci: quasi un allarme alimentare al giorno nel 2022
Fabio
13/11/2023 - 08:42
di Fabio Tornatore

di Fabio Tornatore

A Viterbo l'import di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca ammonterebbe ad oltre 82 milioni di euro, a fronte di oltre 68 milioni di euro di esportazioni. Sono i dati della Camera di Commercio di Viterbo forniti da Coldiretti, che danno un quadro della situazione di salute delle imprese degli agricoltori della provincia della Tuscia.

'La sicurezza alimentare evoca aspetti legati al bisogno di alimentarsi in modo sufficiente' spiega Maria Beatrice Ranucci, presidente di Coldiretti Viterbo 'privo di rischi, e nutritizionalmente vantaggioso ed implica la sicurezza del cibo e la sua disponibilità in misura adeguata per il soddisfacimento delle esigenze biologiche. In Italia è scoppiato quasi un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 317 notifiche, delle quali però l’86% ha riguardato prodotti importati dall’estero. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf). Sul totale dei 317 allarmi che si sono verificati nel 2022, solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 106 provenivano da altri Stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%). Dunque oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (pari all’86%)'. 

Il peso di Viterbo nel Lazio secondo Coldiretti quindi è rilevante per la componente agricola, sia in entrata, con il 40% tra coltivazioni agricole e industrie alimentari, che in uscita, con il 30%, anche se una parte considerevole dell’export è rappresentata dalla produzione di ceramica (29,5%).

'Nei primi sette mesi del 2023' continua Ranucci 'sono aumentate in Italia del 530% le importazioni di grano dal Canada, dove viene utilizzato glifosato in preraccolta con modalità vietate in Italia, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, ma preoccupano anche le importazioni di grano duro dalla Turchia, che hanno fatto crollare i prezzi nazionali. Il nostro è un Paese importatore, non è però solo una questione di quantità di cibo disponibile, ma di qualità, infatti, siamo copiati in tutto il mondo per le nostre produzioni di qualità, non per la quantità. Quella la lasciamo ad altri. Noi abbiamo il cibo e il turismo enogastronomico che vale oltre 5 miliardi a livello nazionale e rappresenta la motivazione che spinge gli italiani a viaggiare nel 55% dei casi'.

La presidente ranucci però suggerisce anche una rotta da seguire, per ridurre la dipendenza dell'Italia, e della Tuscia, dalle importazioni estere:'è necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra, che sono incompatibili con l’attività agricola. Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi, che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, fortemente voluta da Coldiretti. Un concetto deve essere chiaro, però, noi non siamo contro l’uso dei pannelli fotovoltaici, ma solo contro la loro installazione a terra, che consuma suolo agricolo produttivo. La nostra proposta' conclude la presidente Coldiretti Viterbo Ranucci 'è quella di incentivare l’energia solare sui tetti delle stalle e sui capannoni, senza sottrarre ai nostri agricoltori terreno coltivabile”.





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