ANNO 14 n° 123
173 torri eoliche da 200 metri proposte per Viterbo
La sovrintendente Eichberg: situazione surreale
Fabio
02/11/2023 - 07:34
di Fabio Tornatore

Sono ben 173 i progetti di torri eoliche, alte tra i 200 e i 250 metri, arrivati sui tavoli del MASE, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, presentate da diverse aziende proponenti, riguardanti la provincia di Viterbo, e che ora sono in fase di istruttoria. E questi sono solo gli impianti di grandi dimensioni, poi ci sono quelli di competenza della Regione Lazio, i PAUR (Procedura di Autorizzazione Unica Regionale), e infine ci sono quelli di potenza inferiore a 1 MegaWatt, non censiti, che possono essere installati con una semplice richiesta in Comune. Insomma si tratta di una miriade di pali eolici, molti dei quali svincolati dalla Soprintendenza, o che richiedono un semplice parere non vincolante (in moltissimi casi parere negativo). Quindi tutto a norma di legge, a quanto pare.

'Gli impianti di grossa produzione hanno una procedura gestita dal MASE' Spiega Margherita Eichberg, sovrintendente dell'Etruria meridionale 'il cui parere ministeriale viene rilasciato dalla soprintendenza speciale per il PNRR. Per questi ultimi ci limitiamo a rilasciare un parere. Ad oggi risultano gia installati gli impanti la ciui autorizzazione risale agli anno 2010-12. Le pale di Piansano, per esempio, sono state installate in assenza del nostro parere vincolante nell'ambito distanziale del bene culturale 'centri storici' perchè la procedura allora non lo prevedeva, e l'effetto immediato è il seguente: un'elica che gira esattamente sulla direttrice del corso cittadino, accanto alla torre civica, che sovrasta con la sua mole'.

Poi ci sono gli impianti che autorizza la Regione con i PUAR, che passano dagli uffici della soprindendenza per un parere di merito, e chghe vengono censiti: 'i nostri pareri vengono sistematicamente superati' continua la Eichberg 'se non c'è un vincolo paesaggistico diretti o se nel raggio di 3 chilometri da ciascun generatore non ricade un bene culturale o paesaggistico decretato'. Sembrerebbe tutto nella regola a quanto pare, se non fosse che la Tuscia viene puntellata da centinaia di pali eolici, tutelate dalle larghe maglie della legge.

'Se non ci sono vincoli il parere dellla soprindendenza non è vincolante' conclude Margherita Eichberg 'i tavoli attivati sono stati travagliati, lunghi e complicati, abbiamo una situazione surreale, con addirittura delle sovrapposizioni di progetti sulla stessa particella, e le più alte pale d'Europa nei punti più belli. Ora stiamo cercando di fare delle tutele per paesaggi, castelli, casali e torri.'

Alcuni degli impianti presentati al MASE riguardano piccoli paesi e un numero elevato di torri, come ad esempio 11 aerogeneratori a Onano, 14 a Tuscania, 13 a Montefiascone, 20 a Celere, 14 ad Arlena, Ma sono coinvolti tantissimi comuni del viterbese. 

 

 gli impianti di grossa produzione, la cui procedura gestisce il MASE, il cui parere ministeriale viene rilasciato dalla soprintendenza speciale per il PNRR. Per questi ultimi non abbiamo la graficizzazione perché li seguono appunto i colleghi dell'ufficio speciale, ma ci limitiamo a rilasciare il parere.
Abbiamo però chiesto ed ottenuto alcune immagini che abbiamo proiettato lunedì scorso, un po' confuse ma che danno l'idea dell'assalto alle campagne della Tuscia.
Come sa, risultano ad oggi già installati gli impianti le cui autorizzazioni risalgono agli anni 2010-2012, quelli di Piansano-Tessennano, etc. (la società si chiamava Tuscia energy e si è poi sfioccata in sottosocietà che prendevano il nome dei singoli paesi). Le pale di Piansano sono state autorizzate in assenza di nostro parere vincolante nell'ambito distanziale del bene culturale 'centri storici', perché la procedura allora non lo prevedeva, e l'effetto immediato è il seguente: un'elica che gira esattamente sulla direttrice del corso cittadino, accanto alla torre civica che sovrasta con la sua mole (cfr. diapositiva n. 10 del PDF del PPoint che allego in altro invio). A dimostrazione di quanto sciatti siano stati gli studi di intervisibilità allora condotti, in assenza del nostro contributo, sempre inquadrato come 'inutile rallentamento'.




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