ANNO 14 n° 118
''Scene strazianti
e tanta confusione''
Da Viterbo ad Amatrice per aiutare nei soccorsi
26/08/2016 - 02:00

VITERBO – (i.m.) Una corsa contro il tempo, una corsa contro la morte. È prezioso e indispensabile il lavoro del personale sanitario dell’Asl di Viterbo giunto ad Amatrice, il comune del Reatino maggiormente colpito dal terremoto delle 3.36 di magnitudo 6.0 del 24 agosto.

Due le basi operative, nella zona laziale terremotata, dove ha operato l'équipe di medici e infermieri provenienti dal capoluogo della Tuscia, entrambe dislocate ai piedi del centro cittadino raso al suolo dal sisma. Il gruppo, dopo estenuanti ore di lavoro, è tornato ieri pomeriggio alla base ed è stato sostituito da un'altra squadra sempre proveniente da Viterbo.

''Siamo arrivati il giorno stesso della tragedia – spiega Fabio Campanile, primario del reparto di Chirurgia dell’Andosilla di Civita Castellana -. Ci siamo divisi in due postazioni di soccorso medico e abbiamo cominciato subito a lavorare. La nostra attività si è concentrata nel prestare le prime cure ai feriti che provenivano dalle macerie del borgo. Inoltre, accoglievamo e assistevamo tutti i familiari e amici che giungevano alla tendopoli per il riconoscimento delle salme. Alcuni corpi sono stati infatti raccolti in uno spazio accanto alla postazione medica in cui mi trovavo io''.

Il primo gruppo di medici e di infermieri, coordinato dalla Asl di Viterbo, giunto sul luogo del sisma, era composto da 12 membri: oltre al già citato Campanile, c'erano la pediatra Daniela Maiorani, il primario anestesista Santo Laganà, i chirurghi Di Giorgio, Sirovich e Khalil e gli infermieri Piergentili, Galasso, Bracaglia, Massera, Isabella e Zocchi.

''Non dimenticherò mai la scena di una madre e una figlia tra le macerie in cui era incastrato il padre, ancora vivo, ma che poi purtroppo non ce l’ha fatta ed è spirato prima che lo potessero tirare fuori – sottolinea Fabio Campanile -. Ho l'impressione che ci sia troppa confusione riguardo all’organizzazione generale dei soccorsi, i mezzi come i beni alimentari e gli altri generi donati sono fin troppi, ma vengono localizzati in poche parti del paese, dove quindi sono in sovrappiù e mancano invece totalmente in altre zone. Sinceramente non saprei dire ciò di cui questa gente ha bisogno – conclude il chirurgo – perché io ho lavorato in una zona ristretta di Amatrice. Certo è che serve un coordinamento da parte della Prefettura per tutti gli organi di soccorso che sono sul posto. Persino noi, appena arrivati, non riuscivamo a capire dove andare e cosa fare''.

''La situazione è disastrosa - aggiunge Santo Laganà, primario anestesista dell'Andosilla di Civita Castellana -. Amatrice non esiste più e oramai sembra che dalle macerie potranno essere estratti soltanto cadaveri''.

Se i medici della Asl sono rientrati a Viterbo, ieri a partire sono stati i militari del capoluogo. Dall'Aves, infatti, è partita una colonna ruotata con torri faro, impianti di illuminazione e tende, oltre che con un mezzo antincendio per aumentare la sicurezza. Per il momento nelle zone terremotatate non sono stati inviati gli elicotteri dell'Aves. 





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