ANNO 14 n° 119
Morte Crescentini, si indaga per istigazione al suicidio
02/06/2013 - 00:00

VITERBO – Al momento è solo un’ipotesi investigativa, ma la squadra mobile di Viterbo, incaricata delle indagini sulla morte di Claudio Crescentini, residente a Vetralla, direttore dell’ufficio postale di Blera, trovato impiccato nel casolare di famiglia, hanno imboccato la pista dell’istigazione al suicidio. Una pista che, secondo quanto si è appreso, sarebbe scaturita dal biglietto lasciato dall’uomo prima di togliersi la vita, nel quale indicherebbe i nomi delle 10 persone cui avrebbe prestato i 300mila euro spariti dalle casse dell’ufficio che dirigeva.

Una circostanza, quest’ultima, che getta una nuova luce sull’inspiegabile suicidio di Crescentini. Innanzi tutto, gli investigatori vogliono appurare se i dieci prestiti da 30mila euro ciascuno siano stati concessi a persone che non hanno alcun collegamento tra loro o se, al contrario, siano riconducibili ad un unico beneficiario, ma spacchettato in 10 parti.

Vogliono anche capire come sia stato possibile che, un funzionario notoriamente attento e scrupoloso qual era Crescentini abbia concesso prestiti così ingenti senza le dovute garanzie. L’ipotesi che si affaccia, infatti, è che l’uomo si sia suicidato proprio perché non riusciva ad ottenere la restituzione dei 300mila euro e non sapeva come giustificare l’ammanco con i suoi superiori.

E non è ancora tutto. Nel mirino della squadra mobile ci sarebbe anche un’altra ipotesi: Crescentini potrebbe essere stato in qualche modo costretto a concedere i prestiti (o il prestito) per sapendo che non avrebbe mai ottenuto la restituzione dei 300mila euro. E pe questo si sarebbe suicidato. O meglio sarebbe stato indotto a suicidarsi.

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