ANNO 14 n° 119
La psicodiagnostica: come lo psicoterapeuta diagnostica i disturbi mentali e quali sono i test pił famosi.
Rubrica 'Pillone di psicologia' a cura di Martina Pedica
30/11/2023 - 10:41

FABRICA DI ROMA - Cari lettori, oggi in quest’articolo indagheremo quegli aspetti della psicologia legati alla diagnosi e alla valutazione clinica. Compito del terapeuta è, infatti, anche quello di definire il funzionamento di un paziente rispetto a quelli che sono i suoi pensieri, le sue credenze, i suoi comportamenti e i processi che mantengono e aggravano il suo disturbo.

Le fasi del processo psicodiagnostico sono: il colloquio clinico, la somministrazione e osservazione, l’elaborazione e integrazione dei dati, la stesura di un report psicodiagnostico e la restituzione.

Durante il colloquio la persona è libera di esporre le proprie difficoltà e ciò che si aspetta dalla consultazione. Il clinico, invece, utilizza un ascolto attivo-empatico per comprendere la persona nella sua complessità. Effettua un'anamnesi di tipo bio-psico-sociale al fine di avere tutte le informazioni indispensabili sulla vita del pazientee, inoltre, osserva anche il linguaggio non verbale dell'esaminato.

Successivamente somministra test psicologici e, durante l'elaborazione dei dati, stila una relazione sulla base di quanto emerso, operando un'integrazione delle diverse informazioni.

Il clinico compila poi un report psicodiagnosticoche possa orientarlo nella pianificazione del trattamento psicoterapeutico. Infine, la valutazione si conclude con la restituzione, quindi la comunicazione, al paziente degli esiti dell'esame psicodiagnostico, utilizzando un linguaggio il più chiaro possibile. L'indagine psicodiagnostica può contemplare svariati strumenti di valutazione. Per una valutazione generale dello stato sintomatico risulta utile ricorrere alla scala SCL-90, un ottimo strumento di screening iniziale perché è in grado di rilevare la presenza di diversi disagi.

Per quanto riguarda le manifestazioni d'ansia facciamo riferimentoallo STAI, composto da due sottoscale, ciascuna da 20 domande. Il BDI II, invece, è ottimo per rilevare la gravità di uno stato depressivo; mentre, quando si ipotizza la presenza di un disturbo ossessivo compulsivo, utilizziamo l’OCI-R, dove è possibile rilevarefenomeni ossessivi maggiormente attivi e differenziarli tra loro. Invece, uno strumento capace di individuare caratteristiche della personalità e la presenza, frequenza e intensità dei disturbi emotivi e comportamentali,è l’MMPI-2.

Quest’ultimo è stato somministrato anche a diversi serial killer per rilevare la presenza di tendenze psicopatiche o disturbi di personalità. Importante citare, in psicologia forense, anche il ruolo che ricoprono i test di intelligenza nel valutare il quoziente intellettivo, visto che, in moltissimi casi, è emerso che chi ha commesso i crimini più efferati ha un QI sopra la media. Usati poi sono anche i test proiettivi, ovvero quella tipologia di test che utilizzano stimoli ambigui dei quali si chiede al soggetto un’interpretazione tramite risposta libera. Il più famoso fra questi è il test di Rorschach che utilizza tavole con macchie d’inchiostro.

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