ANNO 14 n° 120
Grande fermento anche nella politica tuscanese
19/11/2013 - 02:01

TUSCANIA - Il grande fermento nazionale all’interno del gruppo legato a Silvio Berlusconi ovviamente ha anche le sue ripercussioni nelle scelte dei politici locali.

Infatti Tuscania è, ormai da anni, una roccaforte praticamente unica nel suo genere legata alla destra berlusconiana. Oltre ad una maggioranza di centrodestra, anche la minoranza è quasi completamente di quell’area politica e dopo le due “uscite” non esistono, di fatto, più consiglieri del Partito Democratico in opposizione. 

Questa “anomalia” politica tutta tuscanese, ha ovviamente generato nel tempo diverse furiose discussioni con le passate elezioni comunali caratterizzate dalle polemiche sul simbolo. L’attuale sindaco Natali fu aspramente  “accusato” dai suoi avversari politici di aver vinto grazie al simbolo “ufficiale” di Berlusconi che, come ripetuto, nella cittadina è stato sempre garanzia di voti. Queste polemiche durante gli anni dell’attuale amministrazione, si sono affievolite, ma non sono mai scemate completamente. Ora, a pochi mesi dalle comunali, i grandi cambiamenti all’interno del centro-destra cominciano a riaprire il discorso interno e delineare nuovamente le alleanze nella corsa alle prossime elezioni locali, dove la battaglia tra un centro-destra “A” e un centro-destra “B” sarà ancora una volta decisiva con gli altri schieramenti, il Pd e i cinque stelle a giocare probabilmente ancora una volta il ruolo di outsider.

I primi segnali di cambiamento sono arrivati con la rinascita di Forza Italia dietro la quale si è creato un gruppo che doveva essere guidato da Ezio Brachetti uno dei consiglieri della maggioranza della prima ora passato in minoranza, in questi giorni poi un’altra svolta importante: la grande scissione tra Alfano e Berlusconi che probabilmente potrebbe essere decisiva anche nella formazione dei gruppi che a Tuscania porteranno alle elezioni. Agli “alfaniani” dovrebbero, secondo le prime voci, aderire i due consiglieri provinciali provenienti da Tuscania, cioè Roberto Staccini e Fabio Bartolacci teoricamente tra i maggiori “papabili” alla prossima carica di sindaco da contendere a Massimo Natali. Secondo logica quindi Natali e altri dovrebbero restare “lealisti” a Berlusconi e formare un gruppo autonomo per puntare alla ri-elezione, ma la “grande anomalia tuscanese” può riservare grandi sorprese. Ciascuno infatti farà le sue scelte a secondo di logiche più sottili, idee personali, ma anche secondo le azioni dei politici “importanti” di riferimento, quelli di Viterbo e Roma cosa che tenderà a complicare ulteriormente lo scenario.

“Nel tempo ho seguito Battistoni- dichiara l’assessore Stefano Maccarri- ma sono sempre stato un berlusconiano convinto, quindi se lui sceglierà Alfano io prenderò strade diverse”.

Questo dell’assessore è solo un esempio di quello che dovranno affrontare tutti i politici locali. Leopoldo Liberati che alle ultime elezioni ha sfiorato l’elezione a sindaco correndo contro Natali (questo storicamente legato alla Allegrini) insieme a  Fabio Bartolacci con il simbolo “non ufficiale” di Berlusconi, ultimamente vicino a1 Sensi (che è entrato con Natali, ma poi è uscito) con Fratelli D’Italia e Roberto Staccini ex vicesindaco di Natali, poi fuoriuscito, come detto, ora vira verso Alfano.

Si potrebbe continuare per ore, ma la sostanza dei fatti evidenzia che da questa scissione potrebbero uscire i due gruppi che poi battaglieranno alle comunali, ma anche che gli equilibri interni sono così imprevedibili che tutto è ancora possibile.

Di sicuro bisognerà anche vedere quanto a Tuscania ancora conta avere l’emblema di Berlusconi alle spalle. Di certo o con Silvio, o con Angelino la grande corsa alle elezioni è iniziata con il futuro politico di Tuscania che probabilmente ancora una volta legato a quello di un centro-destra in cerca di una nuova identità.  

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