ANNO 14 n° 119
E i sindaci prendono tempo
19/11/2013 - 02:01

 

VITERBO - Tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra rischia di venire fuori un terzo partito, almeno sul territorio. Quello dei sindaci. Sindaci di comuni meno piccoli, intendiamoci, mica quelli che godono di grande visibilità e che, per un motivo o per l'altro, sono stati costretti a schierarsi con Berlusconi o con Alfano già dalle primissime dopo la Grande Scissione.
Parliamo piuttosto di quei primi cittadini alle prese con l'ordinaria amministrazione dei piccoli comuni, con le beghe di paese da governare sempre all'insegna del buonsenso e dell'ottimismo. Molti di loro, in queste ore di scelte decisive, stanno prendendo tempo. Li chiami, e rispondono vaghi: 'E' troppo presto per fare una scelta di campo'. Fanno i sindaci in barile, insomma, e non hanno alcuna fretta di decidere da che parte stare. Perché? Per due ottime ragioni, se non tre. La prima è di carattere tecnico: nei piccoli centri non sono previsti candidati di partito, ma soltanto liste civiche. E dunque ecco servito un primo alibi bello e pronto. La seconda ragione è squisitamente pratica: la prossima primavera si andrà a votare e prendere una posizione politica netta prima delle elezioni potrebbe essere molto pericoloso. Molte delle giunte di centrodestra, infatti, si reggono su maggioranze miste, Forza Italia, ex An, presumibilmente elementi che simpatizzano per il nuovo partito di Alfano. Ecco dunque che eventuali endorsement da parte dei sindaci in carica (e che aspirano alla riconferma in primavera) potrebbero far saltare i vari banchi qua e là per la Tuscia. Non ha senso dunque dire che Dottarelli, a Bolsena, è alfaniano, come Caci a Montalto: si rischia la smentita lampo. E ha ragione.
 La terza ragione, infine, è puramente strategica: stare alla finestra in attesa di vedere che piega prenderanno gli eventi a livello nazionale, sì, ma anche a quello locale. Con un Giulio Marini, per esempio, che ha già annunciato la sua permanenza in Forza Italia (che ha contribuì a fondare nel 1994), con Sabatini che ha scelto il Ncd e con Battistoni che invece sta tra color che son sospesi.
'Tempo un paio di settimane e forse sapremo definire in generale il posizionamento di alcune aree - dice un importante esponente - La Teverina, il mare, la Bassa Tuscia. Adesso è prematuro, e si rischierebbe di commettere degli errori di valutazione'. Anche perché non esistono criteri affidabili: gli ex An stanno sia con Silvio che con Angelino, così alcuni Forza Italia della prima ora. Come dire: le trattative sono in corso, sottotraccia, e non c'è nessuna voglia di fare in fretta. Anche perché tra 'cugini' può succedere di litigare.

VITERBO - Tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra rischia di venire fuori un terzo partito, almeno sul territorio. Quello dei sindaci. Sindaci di comuni meno piccoli, intendiamoci, mica quelli che godono di grande visibilità e che, per un motivo o per l'altro, sono stati costretti a schierarsi con Berlusconi o con Alfano già dalle primissime dopo la Grande Scissione.Parliamo piuttosto di quei primi cittadini alle prese con l'ordinaria amministrazione dei piccoli comuni, con le beghe di paese da governare sempre all'insegna del buonsenso e dell'ottimismo. Molti di loro, in queste ore di scelte decisive, stanno prendendo tempo. Li chiami, e rispondono vaghi: 'E' troppo presto per fare una scelta di campo'. Fanno i sindaci in barile, insomma, e non hanno alcuna fretta di decidere da che parte stare. Perché? Per due ottime ragioni, se non tre. La prima è di carattere tecnico: nei piccoli centri non sono previsti candidati di partito, ma soltanto liste civiche. E dunque ecco servito un primo alibi bello e pronto. La seconda ragione è squisitamente pratica: la prossima primavera si andrà a votare e prendere una posizione politica netta prima delle elezioni potrebbe essere molto pericoloso. Molte delle giunte di centrodestra, infatti, si reggono su maggioranze miste, Forza Italia, ex An, presumibilmente elementi che simpatizzano per il nuovo partito di Alfano. Ecco dunque che eventuali endorsement da parte dei sindaci in carica (e che aspirano alla riconferma in primavera) potrebbero far saltare i vari banchi qua e là per la Tuscia. Non ha senso dunque dire che Dottarelli, a Bolsena, è alfaniano, come Caci a Montalto: si rischia la smentita lampo. E ha ragione. La terza ragione, infine, è puramente strategica: stare alla finestra in attesa di vedere che piega prenderanno gli eventi a livello nazionale, sì, ma anche a quello locale. Con un Giulio Marini, per esempio, che ha già annunciato la sua permanenza in Forza Italia (che ha contribuì a fondare nel 1994), con Sabatini che ha scelto il Ncd e con Battistoni che invece sta tra color che son sospesi.'Tempo un paio di settimane e forse sapremo definire in generale il posizionamento di alcune aree - dice un importante esponente - La Teverina, il mare, la Bassa Tuscia. Adesso è prematuro, e si rischierebbe di commettere degli errori di valutazione'. Anche perché non esistono criteri affidabili: gli ex An stanno sia con Silvio che con Angelino, così alcuni Forza Italia della prima ora. Come dire: le trattative sono in corso, sottotraccia, e non c'è nessuna voglia di fare in fretta. Anche perché tra 'cugini' può succedere di litigare.

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