ANNO 14 n° 118
''Ho visto bambini strattonati, ma l'ho reputata una cosa normale''
20/05/2017 - 02:00

VITERBO - ''L'ho vista accompagnare bruscamente i bambini fuori dall'aula tirandoli per un braccio. Con aria spazientita e visibilmente disturbata a causa dei capricci, ma l'ho reputata una cosa normale. Spesso mi affidava i bimbi più agitati''. Asilo lager di Monterosi, la bidella E. P. si difende dai genitori che l'accusano di omertà. In aula anche le risposte del funzionario provinciale A.V. chiamata a testimoniare.

La vicenda ha avuto inizio nel dicembre del 2013, quando, dopo le segnalazioni di alcuni genitori, sono scattate le indagini nei confronti della maestra Caterina Dezi, su cui c'erano sospetti di maltrattamenti verso i piccoli alunni della scuola materna. Ottenuto il nulla osta del magistrato, i carabinieri avevano installato delle telecamere all'interno dell’asilo, attraverso le quali sono state documentate le percosse e le vessazioni inflitte ai bambini, che avevano solo 3 anni. La mattina del 6 marzo 2014, dopo l'ennesimo episodio, l’intervento dei militari che colgono in flagranza l'insegnante. Due anni di reclusione con la condizionale la pena inflitta alla donna, che ha scelto la strada del patteggiamento.

La dirigente, Annamaria Pieragostini, secondo l’accusa, non poteva non sapere quello che stava accadendo nell’asilo. Caterina Dezi, trasferita da una scuola di Nepi a Viterbo, era stata monitorata da un tutor per tutto l’anno scolastico 2012-2013 perché numerosi genitori si erano lamentati dei suoi modi fuori dal lecito. Il reato contestato per la 50enne è il concorso di colpa, non per aver maltrattato i piccoli alunni, ma per non aver fatto nulla per impedire le violenze messe in atto dalla maestra.

Ieri pomeriggio, davanti al giudice Silvia Mattei e i genitori dei bambini visibilmente infastiditi, l'accusata non si è presentata.

''La mia postazione è collocata a un metro circa di distanza dall'aula della maestra Dezi. Qualche volta l'ho sentita alzare la voce, ma l'ho reputata una cosa normale - spiega la collaboratrice scolastica E.P. -. Solo una volta ho sentito che ha usato appellativi come 'stupido' verso uno degli alunni che la minacciava di dire tutto alla madre. Ma non sapevo di cosa si trattasse. Non mi sono mai accorta di nulla. Solo una volta la maestra, spazientita, mi affidò un bambino trascinandolo bruscamente per un braccio e chiedendomi di accompagnarlo in bagno per farlo calmare. Non mi sono mai interrogata perchè non ho ricevuto alcuna segnalazione diretta dai genitori''.

''Ho sentito qualche voce di lamentela - aggiunge E.P -, ma nulla in modo diretto. Una volta la vidi presentarsi a colloquio con la preside e un genitore. Lei mi disse apertamente che era stata ammonita dalla dirigente che le avrebbe chiesto di non alzare più la voce con i bambini''.

Come la collaboratrice scolastica anche il funzionario d'ufficio provinciale A.V, esordisce con un ''Io non ne sapevo nulla''. ''Incontrai la preside Pieragostini nel mio ufficio a metà novembre per farmi delle domande riguardo alla maestra Caterina Dezi - spiega A.V -. Io non ne sapevo nulla. Una volta me la descrissero come una persona sgradevole e quando la incontrai, era precaria, mi trasmise antipatia. Mi chiese in particolare del suo passato a Nepi, dove fu cacciata. Io chiedo sempre di essere informata quando si apre un procedimento disciplinare e di solito questo accade. Ma quella volta non fui interpellata quindi non ne sapevo nulla. La dirigente, inoltre, mi mostrò due lettere inviate dai genitori: in una si chiedeva il trasferimento di sezione del proprio figlio, nell'altra si parlava di un bambino tornato a casa con un orecchio rosso. Non mi sembravano particolari che richiedessero l'apertura di un procedimento, quindi, ho chiesto alla Pieragostini di tenere gli occhi aperti e l'ho sollecitata a raccogliere informazioni''.

''Poi la rincontrai prima dell'arresto della maestra, a gennaio, per altri motivi. Ma a fine incontro ci tenne a specificarmi che la situazione era rientrata - spiega -: aveva parlato con una mamma rappresentante di classe che le disse che non c'erano stati più problemi e si era ristabilita la serenità''.

I racconti in aula della collaboratrice scolastica e del funzionario d'ufficio provinciale agitano gli animi dei tanti genitori presenti che non riconoscono nelle loro parole la verità. Ma c'è ancora tempo per la sentenza: tutto è rimandato alla prossima udienza fissata il 5 luglio con la presenza della preside Pieragostini.

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