ANNO 14 n° 119
''Subito il referendum sull'acqua''
Il comitato Non ce la beviamo in Prefettura per chiedere la consultazione
25/01/2016 - 12:20

VITERBO – ‘'L’acqua deve essere pubblica’’. Così il Comitato Non ce la beviamo appunto non se la beve, e stamani ha consegnato al prefetto di Viterbo, Rita Piermatti, una lettera in cui le si chiede di pronunciarsi sull’ammissibilità e sull’indizione di un referendum popolare sul tema entro 120 giorni. Un referendum per il quale lo stesso comitato ha raccolto oltre tremila firme (3353 per la precisione) e che dovrebbe consentire ai cittadini di mettere al riparo il servizio idrico da eventuali soggetti privati.

‘'E’ assurdo che il Comune capoluogo si sia finora rifiutato di prendere posizione sulla questione – dicono gli attivisti in piazza del Comune, poco prima di salire a Palazzo di Governo – Il sindaco o eventualmente se arriverà il commissario, debbono dare risposte chiare su una questione che riguarda tutti i cittadini. C’è un assenza clamorosa del primo cittadino, del consiglio comunale e delle commissioni, e la crisi politica non può essere un alibi per questo rimpallo di responsabilità’'.

Al panorama si è aggiunto da poco anche il caso dei dearsenificatori, che dal 1 gennaio scorso non sono più gestiti (e pagati…) dalla Regione, come Viterbonews ha raccontato dettagliatamente nelle ultime settimane, e il cui costo rischia ora di passare in capo ai cittadini. ‘’Non sappiamo se Talete, nella situazione difficile in cui versa da anni, sia in grado di farsi carico della manutenzione di questi impianti, se abbia le professionalità giuste per occuparsene, e non vorremmo che alla fine a pagare siano sempre i viterbesi. Rischiamo davvero di tornare ad avere il problema dell’arsenico nell’acqua, ma non è possibile che la scelta debba essere tra pagare o ammalarsi: lo Stato e le istituzioni debbono intervenire per risolvere questo ricatto morale’’.

La consigliera comunale Chiara Frontini (Viterbo 2020) fuga anche eventuali dubbi procedurali: '’In un Comune normale la procedura a questo punto dovrebbe essere automatica – dice – Dopo le firme si dovrebbe passare in consiglio comunale per una rapida ratifica della volontà dei cittadini e quindi il sindaco dovrebbe convocare il referendum entro il 28 febbraio. Si potrebbe procedere a prescindere dalla crisi politica. Ci chiediamo perché non lo si faccia''’.





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