ANNO 14 n° 119
''Le pale eoliche? Il territorio è sacro''
Vittorio Sgarbi: ''No alla profanazione del paesaggio
13/05/2016 - 02:00

di Andrea Arena

VITERBO – Con Vittorio Sgarbi non si può e non si deve parlare soltanto di arte in senso stretto del termine – anche se ascoltarlo mentre ne discetta è qualcosa di sublime – ma anche di altro. Negli ultimi tempi il critico ferrarese si è occupato pubblicamente di un paio di temi: la candidatura di Viterbo a capitale italiana della cultura per il 2018 (argomento affrontato proprio su queste colonne) e poi il progetto di realizzare un parco eolico tra Tuscania e Tarquinia.

Un’attenzione al territorio, alle sue ambizioni ma anche alle sue esigenze, che non può essere giustificato soltanto dal fatto che Sgarbi possegga una casa nel capoluogo, alle pendici della Palanzana. Viterbonews24 ha approfittato dell’incontro a margine della sua visita ieri alla mostra Tra Forma e Segno per chiedergli proprio ulteriori aggiornamenti sulle due questioni.

Capitale italiana della cultura, lei professore ha dato la sua disponibilità a sostenere la candidatura di Viterbo.

''E la rinnovo, semmai ce ne fosse bisogno. Più che altro, mi piace questa idea che è venuta fuori, del distretto turistico e culturale interrogionale’’.

Intende il progetto, presentato martedì alla presenza del ministro Giannini, di un piano d’azione comune tra Viterbo, Orvieto, e Chiusi?

''Esatto. Un’unione che consentirebbe a Viterbo e a Orvieto di sfruttare il loro grande potenziale medievale, con Chiusi che a livello etrusco non si discute. Un’offerta più ampia e completa, oltre che competitiva su scala nazionale’’.

(Qui tutte le immagini della visita di Sgarbi)

Un salto di qualità, insomma.

''Un’evoluzione che mette a sistema tre città e tre regioni diverse. Di casi così in Italia ci sono pochi’’.

La parte bella dell’intervista è finita. Veniamo a quella meno bella: lei ha espresso pubblicamente la sua contrarietà al progetto di un parco eolico nel territorio di Tuscania.

''Per forza. Tuscanica, Tarquinia e Viterbo non debbono vedere neanche l’ombra di quelle pale eoliche. Parliamo di un territorio sacro, come la mia Maidalchina (la zona alle pendici dei Cimini dove Sgarbi ha la sua residenza viterbese, ndr)’’.

Eppure, di pale in zona già ce ne sono.

''Sono convinto che non si debba infierire sul territorio, anzi che laddove possibile si dovrebbe lasciare la natura così com’è. Per quanto riguarda Tarquinia poi, entra in gioco anche il fattore Unesco, visto che la necropoli è patrimonio dell’umanità. Non rovinare troppo il paesaggio vale anche per certe facciate dei palazzi dai colori troppo accesi, figuriamoci in questo caso, che parliamo di pale alte oltre 150 metri. Poi ci sarebbe un altro aspetto…’’

Quale?

''Se è sacro, il territorio non va profanato. Né lasciato nell’indifferenza, perché l’indifferenza spesso è mafiosa’’.





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