ANNO 14 n° 118
Giovedì i funerali di Leonardo; tra 60 giorni i risultati dell'autopsia
26/03/2014 - 00:00

PESCIA ROMANA - Ieri pomeriggio, subito dopo la conclusione dell'autopsia su Leonardo Sonno, la procura della Repubblica di Civitavecchia ha autorizzato la restituzione del corpo ai genitori del bambino di tre anni morto la notte tra venerdì e sabato scorsi, poche ore dopo che era stato visitato nel pronto soccorso dell'ospedale di Tarquinia e rimandato a casa con la diagnosi di laringite e acetone. 

I funerali di Leonardo, con tutta probabilità, saranno celebrati giovedì a Pescia Roma, luogo di residenza della famiglia Sonno. Per l'occasione, il comune di Montalto di Castro potrebbe decretare una giornata di lutto cittadino. 

Il consulente tecnico d'ufficio, il dottor Luigi Cipolloni dell’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma, che è stato affiancato dal perito nominato della famiglia del bambino, il professor Natale Mario Di Luca, a da quello dalla Asl di Viterbo, consegnerà la relazione al pubblico ministero entro sessanta giorni. Avrebbe però già escluso che il bambino avesse contratto la meningite o un'infezioni virale dell'encefalo o celebro spinale. 

Sarebbe invece stata riscontrata un'infezione a livello bronco-polmonare, probabilmente all'origine della febbre altissima, quaranta gradi, insorta venerdì sera, che aveva indotto i genitori di Leonardo a trasportarlo nel pronto soccorso dell'ospedale di Tarquinia. Qui, il medico di turno e il pediatra del reparto di Ostetricia, dopo averlo visitato e tenuto per circa un'ora in osservazione, lo hanno rimandato a casa, prescrivendogli degli antipiretici e degli antibiotici per tenere sotto controllo la temperatura. 

Come ha dichiarato ieri subito dopo l'autopsia il legale della famiglia Sonno, l'avvocato Pier Salvatore Maruccio di Civitavecchia, qualora il medico legale confermasse la presenza dell'infezione bronco-polmonare, significherebbe che la stessa non è stata diagnosticata nel pronto soccorso di Civitavecchia. 

Resta tuttavia da accertare se ci sia stata una relazione diretta tra la patologia e la morte di Leonardo. Il quadro clinico di quest'ultimo, infatti, era assai complesso: nato prematuro e con una grave forma di necrosi intestinale, che aveva richiesto un ricovero lunghissimo nel reparto pediatria dell'ospedale di Siena e ben sei interventi chirurgici, era un bambino estremamente fragile. Nonostante avesse tre anni, pesava circa nove chili, poco più della metà di quanto avrebbe dovuto. Nonostante le sue condizioni fossero nettamente migliorate, era costantemente sotto controllo medico, tanto che usufruiva di assistenza sanitaria domiciliare. 

E proprio il fatto che il bambino fosse evidentemente sotto peso e che all’ospedale di Tarquinia conoscessero la storia clinica, in molti ritengono che non avrebbe dovuto essere dimesso circa un’ora e mezza dopo l’arrivo al pronto soccorso, ma avrebbe dovuto essere tenuto sotto osservazione più a lungo.

Infine, secondo quanto si è appreso, il Pm Bianca Maria Cotronei, titolare dell'inchiesta, dovrebbe ascoltare i due medici dell'ospedale di Tarquinia indagati per omicidio colposo.

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