ANNO 14 n° 120
''Cinquanta ettari da bonificare''
Come 68 campi da calcio, entro fine mese nuova conferenza dei servizi
13/04/2016 - 02:01

di Roberto Pomi

GRAFFIGNANO – 50 ettari di territorio da bonificare, l’equivalente di 68 campi da calcio. Un disastro ambientale che attende di essere sanato da più di dieci anni e che interessa località Pascolaro, zona prettamente agricola. Ieri mattina la conferenza dei servizi in prefettura.

Un’ora e mezza di confronto tra rappresentanti di Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comando del Corpo Forestale dello Stato, Asl di Viterbo, Arpa di Viterbo e il sindaco del Comune di Graffignano Anselmo Uzzoletti. Quest’ultimo è determinato: ''Servono risposte serie e rapide, non si può più rinviare. Entro fine mese conto di convocare una seconda conferenza dei servizi, questa volta si svolgerà in Comune''.

Dall’incontro è emersa la richiesta di Arpa Lazio di un confronto diretto con il professore Vincenzo Piscopo, geologo dell’Unitus che si è occupato di realizzare il piano di caratterizzazione. I tecnici dell’agenzia regionale hanno manifestato il bisogno di alcuni chiarimenti. ''Mi sono attivato subito per mettere in contatto il dirigente Arpa con Piscopo e si vedranno nel giro di qualche giorno. C’è bisogno di accelerare, cogliendo il clima di collaborazione che si è venuto a creare'', continua Uzzoletti.

''L’area in questione – specifica il sindaco – è l’intera zona delle cave, interessate nel 2006 dall’inchiesta della Procura di Viterbo che fece emergere la questione dell’interramento delle sostanze tossiche, frutto di scarti industriali''. Si entra di fatto in una fase burocratica, fatta di una serie di passaggi che andranno a svilupparsi prima nell’effettuazione dei sondaggi su campioni di terreno e acque prelevati a varie profondità e poi, riscontrata la presenza di inquinanti, nella predisposizione della bonifica. Non è ancora stata quantificata la spesa necessaria per fare fronte all’operazione, solo una volta approvato il piano di caratterizzazione si andrà a redigere un piano economico.

L’interramento dei rifiuti inquinanti, secondo quanto emerso da un’inchiesta condotta tra il 2006 e il 2007, riguarderebbe almeno 20mila tonnellate di scarti industriali. La vicenda giudiziaria è finita in prescrizione, quindi la verità giuridica non ha portato all’individuazione di un colpevole. Secondo l’accusa sarebbero stati interrati in una cava e su terreni limitrofi sostanze che dovevano invece essere smaltite nel Cento Manufatti Italia di Alviano, in provincia di Terni.

Le rilevazioni dell’Arpa, dieci anni fa, misero in evidenza concentrazioni di elementi tossici per la salute eccessivamente elevate. Per dare la misura del problema basta dire che per i terreni a uso agricolo il massimo di stagno consentito dalla legge è uno e a Pascolaro arriva a 50. L’antimonio, componente di vernici e gomme, arriva a superare di ben quattro volte il limite consentito. Il cobalto arriva a 38 quando il massimo possibile è 20.





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