VITERBO – Etruria-Sabina: così potrebbe chiamarsi la provincia che dovrebbe sorgere dalle ceneri di quelle di Viterbo e Rieti, cancellate dal combinato disposto della spending review e dal riordino delle province approvato l’altro ieri dal consiglio dei ministri. Il nuovo ente , stando alle indicazioni finora emerse, dovrebbe occupare l’intero quadrante nord del Lazio, quindi anche Civitavecchia e il suo hinterland.
Un'ipotesi, la provincia dell’Etruria, ma limitata a Viterbo e Civitavecchia, già dibattuta nei primi anni Novanta, durante il varo della legge di riforma delle autonomie locali che, tra l’altro, introdusse l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di provincia.
''Ad oggi - spiega l'assessore ai lavori pubblici della quasi defunta Provincia di Viterbo Giammaria Santucci - l'indicazione è di dividere il Lazio in tre macro aree: il sud, l'area metropolitana e il nord. Stando a questa logica, nell'Alto Lazio potrebbe essere costituita una Provincia che comprenda Civitavecchia e Viterbo. Secondo me - aggiunge Santucci - sarebbe l'ipotesi più plausibile, in quanto i due territori hanno delle aree omogenee'.
Ad avviso dell'assessore, tuttavia, nella macro area dell'Alto Lazio, la Regione, cui spetta il compito di fissare i nuovi confini, inserirà quasi certamente anche l’attuale Provincia di Rieti. 'In questo caso - precisa -, non ci sarebbe alcuna omogeneità tra i territori. Ma non mi sembra che ci siano altre soluzioni a portata di mano'.
Se si verificasse quest’ultima ipotesi, la nuova provincia potrebbe chiamarsi Etruria – Sabina e avrebbe una popolazione di circa 655mila abitanti, il doppio di quanti ne ha attualmente la Tuscia (321mila).
Secondo Santucci, infine, il riordino delle province, allo stato dell'arte é solo una scatola vuota: ''Il governo - conclude - ha dato le direttive per costruire i contenitori ma non ci ha messo nulla dentro. A cominciare dai soldi. Siamo tutti con le casse a secco'.
Il piano di riordino delle province dovrà però vedersela con la totale contrarietà della governatrice del Lazio Renata Polverini. ''Il nostro Paese non è il Dakota o il Nebraska e i confini delle province non possono essere ridisegnati in base ai meridiani o ai paralleli, tracciando con la squadra una riga sul territorio''. Ha scritto sul sito della Fondazione Città Nuove.
''Dietro ogni ansa di fiume, ogni curva di una consolare, ogni macera o staccionata – prosegue - c'é un pezzo di storia e di storie che neppure i terremoti , quando con la loro violenza provano a cancellarle, riescono a impedire agli uomini di ricostruire e conservare. L'orogenesi del nostro territorio – conclude - non può essere banalmente modificata da un decreto d'urgenza che invoca motivi economici ai quali, per quanto ci riguarda, siamo pronti a far fronte con altri mezzi, senza fare strage della nostra tradizione''.