ANNO 14 n° 117
Michelini sta sereno: ''Non temo scosse''
Certo che la vittoria del No non avrà ripercussioni sulla sua maggioranza
06/12/2016 - 02:00

VITERBO - E adesso che si fa? Ora che il referendum è passato, il NO ha vinto e Renzi si è dimesso, che succederà? Per la vita dell'italiano medio probabilmente nella pratica non ci sarà niente di diverso da prima, ma l'esito della consultazione referendaria potrebbe invece cambiare qualche equilibrio a Palazzo dei Priori. Dove, è noto, gli appetiti parlamentari di alcuni esponenti che circolano in Comune potrebbero portare a dirette conseguenze sull'attuale assetto della maggioranza di Leonardo Michelini, specie se si andrà ad elezioni anticipate in primavera (con quale legge elettorale al momento non è dato saperlo). Le ultime di ieri dopo delle dimissioni di Renzi danno il presidente Mattarella intenzionato a far proseguire l'esperienza del Governo almeno fino all'approvazione della manovra finanziaria. Poi si vedrà.

Il dato delle urne per il Pd e i sostenitori del SI è impietoso in Italia così come in tutta la Tuscia, dove il NO ha vinto con percentuali di media ampiamente sopra il 60%. Anche nelle 'capitali' dei democratici, dove in genere il Pd ottiene consensi bulgari. Come a Canepina, o a Tarquinia o a Civita Castellana, tanto per citarne alcuni. Non che su Viterbo città sia andata meglio: il 67,43% del NO riduce in briciole l'attività del Pd dei mesi scorsi a sostegno del SI. E neanche la presenza di big del calibro di Peppe Fioroni ha evitato la debacle. La riflessione politica su quanto accaduto anche nella provincia di Viterbo il centrosinistra è obbligato a farla. E potrebbe non essere indolore.

Il primo cittadino di Viterbo, Leonardo Michelini, che aveva annunciato la propria preferenza per il SI ma senza un diretto coinvolgimento nella campagna referendaria, non pensa tuttavia che lo tsunami referendario porterà sconvolgimenti a Palazzo dei Priori. 'Il referendum e l'amministrazione sono due cose diverse - dice a caldo, poche ore dopo la vittoria del NO -, non temo scossoni in maggioranza. Penso che questa consultazione avrebbe dovuto essere meno politicizzata: obbligare qualcuno a esprimere secondo le indicazioni dei partiti la propria idea sulla Costituzione è quanto di più lontano esista dalla mia idea di politica'.

Ma l'analisi de voto di Michelini entra poi più nel vivo di Palazzo dei Priori di quanto in realtà la vittoria del no possa richiedere. 'Penso che il sì avrebbe potuto vincere se il voto fosse stato meno personalizzato - dice il sindaco -. Se Renzi non l'avesse incentrata tanto su se stesso, credo che i favorevoli alla riforma sarebbero stati di più. E invece l'ha messa in termini di 'Renzi contro tutti' e il NO ha vinto'. Soprattutto a Viterbo, dove i contrari alla riforma sono stati il 67,43%, come più o meno in tutta la Tuscia. Nonostante una filiera di amministrazioni di centrosinistra (Regione, Provincia, Comune capoluogo e Comuni importanti sul territorio) impegnate per il SI. Altro dato che deve far riflettere il centrosinistra della Tuscia.

'Il voto viterbese ci dice una cosa, e cioè che le coalizioni e gli alleati vanno tenuti nella giusta considerazione sempre - spiega -. Un anno fa di questi tempi il Pd, o almeno una parte del Pd, voleva mandarmi a casa. Allora il segretario del Partito democratico disse che con una parte di consiglieri non avrebbe parlato perché non era chiaro chi rappresentassero. Però se ti muovi così alla fine i risultati sono le sconfitte. Le coalizioni, quando le elezioni si vincono, vanno custodite bene e mantenute vive in tutte le loro componenti. Bisogna crederci. Renzi si è messo da solo contro tutti e questo atteggiamento non paga. Io mi sono impegnato a rappresentare una coalizione che tenesse. Poi i partiti hanno le loro dinamiche, ma il riferimento sono le alleanze'. Come dire: l'uomo solo al comando è un modello fallimentare. Renzi docet. Anche nella Tuscia non è più tempo di stare sereni. 





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