ANNO 14 n° 117
Viterbese, per Pagliari c'è parecchio da lavorare
Inizia la preparazione del derby laziale con la Lupa Roma

di Stefano Renzo

VITERBO – C’è unanimità. C’è l’unanimità nei giudizi sul punto conquistato dalla Viterbese sul campo del Renate, da tutti ritenuto buono. Buono, forse sarebbe più appropriato definirlo utile, quel pareggio, sudato, ottenuto da una squadra largamente rivista e corretta da mister Pagliari che, diciamolo, era quello che rischiava più di tutti ed è stato, comprensibilmente, tra coloro che sono apparsi maggiormente soddisfatti al termine della contesa.

Ha rivoltato come un calzino, il tecnico marchigiano, la squadra che poco aveva entusiasmato la settimana prima a Prato. Ha fatto fuori (si fa per dire) con una sola mossa quattro titolari di quella squadra (che sono diventati cinque a causa del problemino fisico accusato da Neglia durante il riscaldamento pre partita) puntando a dare maggiore consistenza al centrocampo, rinunciando a quel 4-2-4 che nelle gare con il Piacenza e di Prato aveva concesso agli avversari nella zona nevralgica del campo non spazi ma piazze. Badando al sodo, insomma, con l’intento prioritario di evitare un altro passo falso che sarebbe stato devastante, il tecnico marchigiano ha puntato al risultato poco tenendo conto di ogni altra considerazione. Ed il risultato alla fine gli ha dato ragione, anche e forse soprattutto per merito di Iannarilli - inutile girarci intorno ed ingeneroso far finta di niente -, numero uno ''in grado di fare cose grandiose'', come lo ha elogiato Luciano Foschi a fine partita, che di pezze ce ne ha messe numerose, non una, nel corso dei novantacinque minuti di gioco.

La squadra ha reagito come tutti ci si aspettava. E sarebbe stato grave non fosse avvenuto.  ''Più che gli uomini è cambiato l’atteggiamento – ha detto Pagliari a fine gara – e sono convinto che chiunque avesse giocato avrebbe fatto bene. Qualche ingenuità l’abbiamo commessa, ma la squadra è stata sempre reattiva, anche nei momenti di difficoltà''. Tutto è bene quel che finisce bene e siccome chi si accontenta gode, si archivi con il sorriso a trentadue denti il fatto di essere usciti indenni dal confronto con un avversario confermatosi all’altezza della situazione.

Da oggi, alla ripresa della preparazione (appuntamento al Rocchi, primo pomeriggio, per poi trasferirsi alla Scuola Sottufficiali) si può iniziare a pensare con ritrovata fiducia al ritorno di fronte al pubblico amico dopo due trasferte consecutive, ritorno che prevede, domenica, il derby laziale contro la Lupa Roma.

Certo, il lavoro che attende Dino Pagliari non è di poco conto. Per evitare il rischio di ridimensionare i giudizi sul mercato di gennaio, bisognerà trovare tempo, modo e magari anche assetto tattico per dare spazio ad elementi di primo piano, presi per cercare di migliorare la situazione e non per continuare a vivacchiare. Un messaggio, e non tanto criptato, lo ha mandato Piero Camilli a fine gara, quando ha auspicato che ''Giocatori oggi rimasti fuori, come Sandomenico, Tortolano, Doninelli e via dicendo se giocano non è male, così come non sarebbe stato male che a Falcone, quando è entrato nel secondo tempo, gli fosse stata data la possibilità di giocare qualche palla''. A buoni intenditori…



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