LISBONA – Non è stata una trasferta trionfale (ma chi se ne ricorda una, per Viterbo e i viterbesi?) ma è stato un viaggio appagante. Perché alla fine questa non era neanche una competizione, ma una semplice constatazione di quello che si è fatto, di come è stato fatto, del perché è stato fatto. E parliamo di volontariato, visto che ieri a Lisbona erano in palio i titoli di capitali europee del settore per il 2016 e per il 2017.

Viterbo, la piccola, onesta, provinciale Viterbo, era candidata per entrambi i titoli. E li ha mancati tutti e due, perché la giuria, dopo aver esaminato tutti i dossier, ha scelto come capitale Londra (nel 2016) e Sligo, in Irlanda, per il 2017. Una coincidenza anglofila che non sfuggirà agli osservatori presenti, che pure avranno notato la benedizione in loco di alcuni europarlamentari proveniente da Oltremanica.

Ma qui non c'è niente da contestare, si lavora unti per una direzione, specie oggi che l'Europa ha bisogno di cuore e impegno. E il progetto viterbese, nato all'inizio degli anni Novanta, partito dal basso, senza cappelli politici, e che adesso coinvolge oltre cento associazioni, è un esempio. Che sta ispirando oltretutto altre realtà in tutto il Continente. Non solo per le iniziative che realizza, ma anche per la solida base legislativa e burocratica che lo sostiene.

Il presidente della consulta comunale del volontariato, Marco Ciorba, era a Lisbona. Unico rappresentante delle cinque città italiane arrivate in finale: ''Ce la siamo giocata fino in fondo è abbiamo rappresentato l'Italia fino alla fine con onore e, come Cascais per il Portogallo e Bruges per il Belgio – dice Ciorba . Complimenti all'Inghilterra con Londra e l'Irlanda con Sligo che si sono aggiudicati il titolo 2016 e 2017. Un grazie di cuore a tutti i volontari viterbesi per questa bellissima esperienza, fiero e orgoglioso di averla condivisa con voi delle associazioni e vinca sempre la solidarietà''