ANNO 14 n° 120
Lite Sensi-Comune
sull'acqua termale,
l'11 dicembre udienza
del Consiglio di Stato
15/10/2014 - 02:01

di Roberto Pomi

VITERBO – Terme dei Papi, fissata per l’11 dicembre la prima udienza del Consiglio di Stato che è chiamato a pronunciarsi sul quantitativo d’acqua termale che l’impianto può utilizzare. Sarà esaminato il ricorso, presentato da Regione Lazio e Comune di Viterbo, alla sentenza del Tar. Sentenza che di fatto ha riconosciuto alla famiglia Sensi, concessionaria di Terme dei Papi, l’utilizzo del quantitativo d’acqua necessario al funzionamento della struttura. Proprio questa definizione di ''acqua necessaria al funzionamento della struttura'', ha generato diverse interpretazioni.

Per i concessionari di Terme dei papi è da interpretare alla lettera, per il Comune le cose stanno diversamente. Tanto che nel mese di luglio è stata approvata una deliberazione del consiglio comunale che stabilisce di ridurre l’acqua utilizzata dai Sensi da 44 litri al secondo a 22. Sempre nello stesso atto di consiglio si dava tempo ai Sensi fino al 31 dicembre per realizzare gli interventi necessari all’adeguamento strutturale necessario a far funzionare tutto con meno acqua a disposizione.

Dopo la prima udienza sono prevedibili 60-90 giorni prima dell’uscita della sentenza. Quindi verso primavera si riuscirà ad avere un quadro definitivo sulla vicenda. Intanto il 31 dicembre scade appunto il tempo per l’adeguamento. Nei prossimi mesi quindi dovrebbe essere ''liberata'' l’acqua termale necessaria al rilancio delle ex Terme Inps.

Per gli avvocati della Regione - pur essendo indiscutibile che in sede di contrattazione integrativa (passaggio quest'ultimo i cui risvolti sono tutti da approfondire) il Comune di Viterbo concesse ai Sensi un approvvigionamento d'acqua termo-minerale nei quantitativi necessari al corretto funzionamento dello stabilimento - Palazzo dei Priori aveva una concessione di circa 25 litri al secondo con i quali, tra l'altro, doveva mantenere anche il livello della ''callara'' del Bulicame, il cui sopravanzo è destinato all'alimentazione delle piscine pubbliche. Quindi, sostengono i legali della Regione, l'esatta interpretazione della contrattazione integrativa con i Sensi non può che essere contenuta nei limiti dei 25 litri al secondo nell'effettiva disponibilità del Comune.

Altro punto che i legali sottoporranno al Consiglio di Stato riguarda la captazione dell'acqua da parte delle Terme dei Papi. Il vecchio stabilimento comunale, disponeva di un ''pozzetto'' che garantiva tra i 7 e i 9 litri al secondo. ''Pozzetto'' che i Sensi avrebbero reso più profondo, intercettando così la vena che alimentava il vicino stabilimento delle ex Terme Inps, chiuso dal 1993, lasciandolo di fatto a secco. Acqua che era esclusivamente nelle disponibilità della Regione e non può in alcun modo essere utilizzata dalla famiglia Sensi nè da altri. E non poteva essere oggetto della contrattazione integrativa tra il Comune e gli stessi Sensi quando si aggiudicarono la gestione quarantennale delle Terme dei Papi e con essa l'obbligo di costruire il nuovo stabilimento.

I legali, inoltre, ritengono che la disponibilità illimitata dell'acqua del Bulicame riconosciuta ai Sensi dal Tar, ancorché infondata, arrecherebbe un danno gravissimo, forse irreparabile, al patrimonio regionale, in quanto impedirebbe la riapertura dell'ex impianto Inps, di proprietà al 50% della stessa Regione e al 50% del Comune.





Facebook Twitter Rss