ANNO 14 n° 119
Camera Commercio
L'anti-Merlani
è Mauro Barlozzini
La candidatura del direttore Ascom
07/07/2014 - 14:37

VITERBO – “Siamo di rincorsa, ma siamo anche più freschi, visto che Merlani è sulla scena da oltre cinque mesi”. Abbiamo lo sfidante, signori e signore, alla carica di presidente della Camera di commercio, quelle Camere di commercio che il premier Renzi – e non solo lui – vorrebbe rottamare insieme a molte altre cose. Abbiamo lo sfidante di Domenico Merlani, candidato da un pezzo: è stato presentato stamane, si chiama Mauro Barlozzini ed è il direttore dell’Ascom. Lo sostengono, in questa corsa elettorale, Confartigianato, Federlazio, Confesercenti e naturalmente la stessa Ascom.

“La nostra proposta non è in contrapposizione con l’altra, ma semmai è aggregante – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato – Avevamo chiesto di indicarci un nome per rappresentare le imprese, e visto che il nome non è arrivato lo facciamo noi. E’ Mauro Barlozzini, che può rappresentare al meglio le nostre esigenze e che può anche interpretare al meglio la nostra contrarietà al disegno di legge per l’abolizione delle Camere di commercio e il trasferimento del registro delle imprese al ministero dello Sviluppo economico. Siamo fermamente contrari, e anzi pensiamo che questi non vadano depotenziati ma razionalizzati e organizzati”.

Eccolo allora Barlozzini, che accetta la “grande responsabilità” e non nasconde che dietro ci sia stato “un grande lavoro, partito da lontano”. Il candidato, per Barlozzini, è relativo: “Ci preme maggiormente rappresentare l’idea, e la nostra idea è quella di fare della camera di commercio il luogo d’incontro degli interessi di tutte le aziende, piccole medie e grandi, che tra l’altro versano le quote per essere rappresentate, tutelate, assistite. Perciò non ci debbono essere ingerenze esterne, per esempio dalla politica, nel nostro mondo”. E qui entra in scena l’altro candidato, quel Domenico Merlani che da uomo solo in corsa si ritrova ora con un competitor. Merlani viene visto, da queste parti, come “l’ultimo tassello di un progetto iniziato cinque anni fa, proseguito con l’arrivo di Delli Iaconi a Unindustria e poi con l’elezione di Michelini a sindaco. Un’elezione che avevamo accolto anche in modo positivo, perché portava un imprenditore alla gestione di una città, ma se ora deve valere il contrario, la politica che vuol mettere bocca nell’imprenditoria, questo non va bene”.

E se Giuseppe Crea (Federlazio) scommette che “a questo tavolo è rappresentato il 90 per cento del tessuto economico locale”, Peparello (Confesercenti) ribadisce il ruolo di “sussidarietà” che la Camera di commercio deve avere nei confronti delle imprese.

Perché Barlozzini, insomma? “Perché gli altri sono troppi eterogenei, dalla col diretti ai sindacati gino agli industriali, e interessi troppo diversi se non opposti non potranno convivere bene né governare”, concordano tutti. Impressione confermata anche dai numeri: ci vogliono almeno 14 voti per eleggere il presidente (dal terzo turno di votazioni, perché per i primi due servono i due terzi), Merlani secondo gli avversari ne ha 14. “E qualora arrivasse a 15 avrebbe grandi problemi già a formare la giunta, e poi a governare. Il paradosso è che così finirebbe per dare ragione a quelli che sostengono che le Camere di commercio siano inutili. Merlani vuole fare il presidente o il liquidatore di un ente in chiusura?”. E in chiusura, la proposta: “Un ripensamento di Merlani aprirebbe nuovi scenari di condivisione. Il dialogo comincia oggi”.





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