ANNO 15 n° 142
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Gentili non convince
Il 21enne, accusato di aver abusato sessualmente di una 13enne, aveva negato ogni addebito ma il giudice ha convalidato l'arrestato in carcere

di Alessia Serangeli

VITERBO – Non è stato abbastanza convincente. Stefano Gentili, 21enne viterbese con precedenti di polizia e finito in carcere venerdì scorso ( 7 dicembre) con l'accusa di violenza sessuale aggravata perché commessa su minore di anni 14, resta dietro le sbarre del penitenziario viterbese.

Nonostante in sede di interrogatorio di garanzia, cui è stato sottoposto martedì 11 dal giudice per le indagini preliminari Salvatore Fanti, abbia negato ogni addebito, respingendo con forza le accuse, il gip ha convalidato la misura cautelare in carcere.

Gentili è accusato di aver adescato una ragazzina di 13 anni facendole credere di essere un grosso imprenditore che avrebbe potuto realizzare ogni suo desiderio. La sera del 4 settembre, in particolare, dopo essere andato a prenderla con un'auto di lusso (una Mercedes noleggiata a Roma) ed averla portata in un noto ristorante cittadino, l'avrebbe condotta in un hotel del centro storico, dove aveva prenotato una suite. Qui, addirittura con riti esoterici e dopo averla drogata, avrebbe abusato sessualmente di lei.

A sporgere denuncia nei confronti del 21enne, erano stati i genitori della ragazzina che, preoccupati dagli strani comportamenti assunti dalla figlia, le avevano chiesto cosa fosse successo. Lei aveva quindi raccontato di essere stato vittima di violenza da parte di un ragazzo che frequentava da poco tempo. Ad avviare le indagini, gli uomini della Squadra mobile diretti dal vicequestore Fabio Zampaglione, in collaborazione con la Sezione specializzata in reati contro i minori, coordinata dal sostituto commissario Mario Procenesi.

Dopo aver ascoltato la bambina, anche con il supporto degli esperti di psicologia infantile della Asl, gli investigatori avevano compiuto un accusato sopralluogo nella suite dell'albergo indigata dalla 13enne, trovando effetti personale di gentili ed alcune candele. Nella stessa circostanza, il capo della Mobile aveva anche scoperto che Gentili si era dileguato senza saldare il conto.

Come in realtà, faceva spesso, tanto da essere conosciuto da diversi ristoratori del capoluogo. E non solo: anche da alcuni affittuari. Uno in particolare, 50enne, viterbese e proprietario di un appartamento in via della Volta Buia che, malauguratamente, aveva dato in locazione a Gentili. Il quale, per non pagare l'affitto, era arrivato a spacciarsi per un aviatore dell'Esercito in missione in Libia. “Sistemeremo il tutto non appena rientrerò in Italia”, diceva al malcapitato ogni volta che tentava di mettersi in contatto con lui. A smascherare il tenente “Maverick” di casa nostra era stato Zampaglione che, nel mese di marzo, lo aveva denunciato a piede libero per truffa ed usurpazione di titoli ed onori dopo il rinvenimento di divise, distintivo, scarponi e armamentario vario dell'Esercito, falsificato ad arte. Gentili ha anche precedenti per droga, lesioni e furto.

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