ANNO 14 n° 117
Punk Forever, C'è, una storia di poesia e punk
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<
14/10/2013 - 01:19

di Massimiliano Capo

Oggi, sarà il sole intenso di questa tiepida mattina di una domenica d’autunno, sarà il grigio che ha appena coperto il sole, sarà che sono andato a dormire alle quattro passate per ossequiare alla mia passione per la notte in musica, sarà che sono un inguaribile romantico e un affezionato lettore di poesie, insomma, sarà per un sacco di altre cose ancora che non ho ancora identificato, ma io stamattina mi sento particolarmente sensibile a attratto dai versi.

Quindi, volendo arrivare al dunque, la parolina magica di oggi è: c’è.

C’è una poesia che mi porto dietro da anni e che mi piace far leggere a tutti.

A tutti quelli che ho incrociato nella mia vita e che per me hanno significato e significano qualcosa.

Spiegare una poesia, ammesso che io sia in grado di farlo, mi sembra davvero cosa tra le più inutili.

Per me in questa c’è dentro tutto. L’amore, l’affetto, la memoria, il ricordo, il futuro. Si potrebbe dire, in estreme sintesi, che parla della vita.

La poesia l’ha scritta Attilio Bertolucci, si intitola ‘La rosa bianca’ ed è questa:

Coglierò per te

l’ultima rosa del giardino,

la rosa bianca che fiorisce

nelle prime nebbie.

Le avide api l’hanno visitiata

sino a ieri,

ma è ancora così dolce

che fa tremare.

E’ un ritratto di te a trent’anni,

un po’ smemorata, come tu sarai allora.

Bertolucci l’ha scritta a ventidue anni nel 1934 e visto che parla ancora così bene di noi e con noi vuol dire che era davvero molto ispirato.

C’è poi anche una canzone degli Stadio, scritta dall’immenso Luca Carboni, che si chiama proprio C’è e che, anche lei, almeno a me, parla da trent’anni esatti visto che è usciata nell’ottantatre.

Per chi non la sa tutta a memoria ecco il link per impararla e non dimenticarla mai più:

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Qui la canta Carboni:

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C’è poi una mia amica di Facebook. Conosciuta tipo così: inserisco il mio cognome nel motore di ricerca del social network per vedere quanti miei omonimi ci sono, chi sono, da dove vengono. Insomma una di quelle cose a metà tra l’albero genealogico in versione geografica e il feticismo dei nomi, nel caso specifico del cognome.

Insomma, scrivo il mio cognome e mi escono miei omonimi in giro per il mondo e, soprattutto in giro per l’Italia. Con un certo stupore, viste le mie radici saldamente piantate a sud, quasi tutti invece abitanti del nord. Anche molto del nord. Superato lo stupore e appreso che esiste anche un gruppo che tiene insieme e mette in rete i Capo di tutto il mondo, riedizione in sedicesimo della vecchia e mai superata idea marxiana, comincio a chiedere amicizia un po’ a tutti e con qualcuno comincio anche a parlare, a scambiare pareri, link, consigli di lettura, musica da ascoltare. Insomma quello che facciamo tutti su facebook e che a qualcuno, ultimo in ordine di tempo e candidato al Nobel per la Letteratura trombato, Roberto Vecchioni, sembra essere una dimensione della vita inautentica. Chissà che ne pensa il povero Heidegger e chissà se la vita autentica è solo nella nebbia a San Siro ma alla fine sticazzi, a me mi piace e lo faccio.

Allora, riepilogando, e prima che mi perda definitivamente, io ho conosciuto su facebook Romina (Awakened) Capo e lei scrive poesie. Poi le spreca su facebooke io trovo questa cosa meravigliosa. Le spreca nel senso più proprio del termine, le dissipa, le mette lì, non le organizza, insomma a me questa idea di fare le cose senza dargli necessariamente un senso mi piace.

E lei ha scritto, tra le altre, una poesia che mi è piaciuta molto. Questa:

Certi baci non dati

fanno il palato come malato

con la saliva che caglia

nella ferocia del nulla

Certi baci c'è da darli via veloci

chè a restare lì ti bevono gli occhi

e il cuore e srotolano intestini

Ti ammalano che a vederti da fuori

di te restano solo le sponde

e tutto tracima lontano.

Poi c’è anche un libro meraviglioso uscito da Minimum Fax, scritto da Jim Carroll e curato da Tiziana Lo Porto che si intitola ‘Jim entra nel campo di basket’.

Jim Carroll è stato tante cose nella sua vita, dal giocatore di basket al rocker, sempre molto tossico.

Il volume raccoglie i suoi diari di adolescente e sono una delle cose più punk che abbia mai letto. Sanamente senza speranza e per ciò stesso rigorosamente vivi.

Chiudo con una nota a margine, ma molto a margine, che riguarda MileyCyrus.

Io di MileyCyrus non so nulla e, fino a un mese fa più o meno, nemmeno sapevo esistesse. L’ho poi vista in un bel video girato da Terry Richardson per un suo pezzo. Siamo nei territori del pop mainstream ma il video, così sessualmente allusivo e disturbante, è un trattato di filosofia in tre minuti e mezzo che manco Gombrowicz col suo corso in poco più di sei ore. Tutto questo per dire que viva Terry.

Dategli uno sguardo qui: CLICCA QUI.

Luv u all.





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