ANNO 14 n° 89
Operazione The Mask: il papà ex banda della Magliana, il figlio rapinatore seriale
25/11/2015 - 02:01

VITERBO - I cinque rapinatori di banche arrestati ieri sono tutti professionisti, seriali. Romani e con una lunga esperienza criminale alle spalle. Tra loro c’è anche Daniele Virgutto, figlio dell’ex membro della banda della Magliana Giancarlo, per il quale in passato fu applicato il 416 bis (associazione per delinquere di stampo mafioso).

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Quarantotto anni e un curriculum criminale di tutto rispetto, Virgutto junior era stato arrestato nel Pesarese a gennaio 2009, subito dopo aver rapinato la filiale di Urbania della Banca Popolare di Ancona. A settembre 2011 altro colpo, messo a segno col figlio, in un altro istituto di credito: i due fecero irruzione in banca armati di taglierino e, dopo aver minacciato i presenti, riuscirono a fuggire con circa 15 mila euro. A portare i carabinieri sulle loro tracce una rondine tatuata sul collo di uno dei due, ben visibile dalle telecamere interne all'istituto di credito. Ma il 48enne, all’epoca del colpo di Fano, era latitante. Da luglio, infatti, era scomparso da una struttura sanitaria di Formia, vicino Latina, dove gli era stato concesso di usufruire del beneficio degli arresti domiciliari per scontare la condanna a 17 anni per duplice tentato omicidio. Sempre a settembre di quell’anno, poi, un'altra rapina, a Modena, alla Banca di San Geminiano e San Prospero. Bottino di 700 euro. 

Rapine, quindi, commesse in lungo e in largo, nel corso degli anni, nella penisola. In Toscana come in Emilia Romagna, in Umbria, in Veneto, nelle Marche e anche nella Tuscia. E ora è finito di nuovo in manette nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Viterbo, in collaborazione con i colleghi di Civita Castellana e con le unità cinofile di Ponte Galeria, denominata ''The Mask'' che ha permesso di smantellare un’associazione a delinquere ritenuta responsabile di diverse rapine ai danni di istituti di credito del centro Italia. Nello specifico: il 22 luglio scorso all’Unicredit di Vasanello, il 24 agosto al Banco di Spoleto di Narni (Terni) e il primo ottobre alla Bcc di Nepi. Colpi che, messi a segno sempre con lo stesso modus operandi, hanno fruttato alla banda un bottino complessivo di oltre 50mila euro.

Attualmente D.V., residente a Fiano Romano, è ristretto al carcere di Regina Coeli, con l'accusa di rapina aggravata in concorso, sequestro di persona, ricettazione, furto e danneggiamento, insieme ad altri quattro componenti della banda, tra cui una psicologa ora reclusa al carcere di Rebibbia, tutti arrestati nel blitz di ieri, all’alba, che ha visto il coinvolgimento di 60 uomini dell’Arma, impegnati anche in numerose perquisizioni in luoghi ritenuti i covi del sodalizio criminale, tra Tivoli e Morlupo. Manca solo un componente, il sesto, ma ha le ore contate.

Un’operazione per cui i carabinieri del comando provinciale di Viterbo hanno ricevuto il plauso di prefettura, procura e comando generale dell’Arma ma che non è ancora finita. Non solo, infatti, è caccia aperta all’ultimo membro della banda, ma l’attività investigativa prosegue a tamburo battente. Al vaglio degli inquirenti commesse, anche negli ultimi tempi, nel Viterbese: non è escluso che dietro ci possano essere gli stessi responsabili arrestati ieri, così come è possibile che invece siano da attribuire ad altre batterie. È ancora presto per dirlo, ma quel che è certo è che si tratta di criminali esperti, non improvvisati, che operano con professionalità. 





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