ANNO 14 n° 117
Parla il presunto ''orco'' di Orte: ''Non torno in cella, mi ammazzo prima''
Il presunto ''orco'' di Orte dā
la sua versione dei fatti
19/10/2012 - 04:00

di Flavia Ludovisi

VITERBO – ''Questa storia mi ha distrutto la vita. Ma non provo odio, solo rabbia. Tanta rabbia''. E’ il presunto pedofilo di Orte a parlare, a dire la sua sull’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata sulla figlia della ex convivente a una settimana dall’uscita da Mammagialla, dove ha trascorso l’ultimo anno e mezzo. E’ tornato a casa, nel centro storico di Orte, e sta provando a riprendere in mano la sua vita, è stato riassunto come operaio in quella stessa cooperativa dove, nel marzo 2011, lo andarono a prelevare i poliziotti per arrestarlo. Un tarlo, però, continua a tormentarlo: il pensiero del processo che deve ancora subire, la paura di tornare in carcere e, soprattutto, di essere bollato come pedofilo. ''Roba da non dormirci la notte'', dice. Si è sempre dichiarato innocente e continua a credere che questa storia l’abbia inventata di sana pianta la sua ex, una donna di origine romena che avrebbe manipolato sua figlia, nata da un precedente matrimonio in Romania, per distruggergli la vita. E questo solo perché il loro rapporto, dal quale è nata una figlia più piccola, con il tempo si era deteriorato.

IL RAPPORTO CON LA EX – ''E’iniziato nel 2006 – spiega l’operaio -, eravamo innamorati e sono stato proprio io, dopo un anno di relazione, a pagare il viaggio di sua figlia, che all’epoca aveva 5 anni, dalla Romania in Italia. Ho sempre lavorato e mantenuto entrambe. Poi abbiamo avuto un’altra figlia, eravamo felici, le bambine mi adoravano. L’ultimo anno (2010), però, la mia compagna ha iniziato a distaccarsi, a pensare solo a sé stessa, il rapporto non andava più. A gennaio 2011 l’ho cacciata di casa, ma si è portata via le bambine. Mi ha implorato di riaccoglierla e dopo 15 giorni sono tornate tutte da me, a casa. Dopo tre mesi, poi, è scattata la denuncia per violenza sessuale''.

IL RAPPORTO CON LA FIGLIA – ''Dal primo momento mi ha chiamato papà – racconta -, è sempre stata una bambina molto sveglia, ha imparato l’italiano in soli tre mesi, stava sempre con me. Tutti a Orte lo possono testimoniare. Quello che ha riferito ai giudici è stato un colpo al cuore, frasi dette da lei, proprio lei che per la festa del papà mi ha sempre scritto lettere d’affetto. L’ultima, tra l’altro, l’ho ricevuta proprio 4 giorni prima della denuncia (il 23 marzo 2011, ndr). Ma a parte tutte le violenze inventate che ha descritto, la frase che mi ha fatto più male è stata quando ha detto 'ho sempre odiato papà'. Non la vedo da quasi due anni ormai, ma non la odio, non è colpa sua, ha solo 10 anni, le voglio bene come prima''. E non vede da quasi due anni neanche sua figlia naturale, quella più piccola, che oggi ha cinque anni. C’è un procedimento pendente, infatti, al tribunale dei minori di Roma per la revoca della patria potestà.

IL GIORNO DELL’ARRESTO E IL PROCESSO – E’ il 23 marzo 2011 quando gli uomini della mobile guidati da Fabio Zampaglione lo vanno a prendere nella cooperativa dove lavorava. Non gli dicono il motivo e l’operaio pensa si tratti di quel precedente per droga risalente a qualche anno prima. E’ sicuro che sia un errore, però, perché dal giro della droga c’era uscito nel 2009 e il Sert di Narni, dove andava regolarmente a fare le analisi, farebbe fede. E invece lo portano a casa e iniziano a cercare anche sul suo computer materiale pedopornografico. Non trovano niente in casa, ma le accuse mosse dalla ex, che si è fatta portavoce delle confessioni della figlia-vittima anche con l’aiuto dell’associazione Erinna, sono pesanti e lo inchiodano. Si aprono dunque le porte di Mammagialla a fine marzo 2011 e il processo inizierà a maggio dell’anno successivo. Il reato è violenza sessuale continuata e aggravata su minore. La presunta vittima conferma le violenze e gli atti osceni a cui sarebbe stata costretta anche al processo, è sconvolta e racconta del sesso orale e dei momenti in cui il patrigno approfitta di lei, quando ovviamente la mamma non c’è. L’operaio è sempre presente in aula, ad ogni udienza. Non guarda mai in faccia la ex, solo una volta ne ha avuto l’occasione, all’ultima udienza, a settembre scorso. La prossima è stata fissata per l’8 gennaio, in cui saranno ascoltati gli ultimi due testimoni dell’accusa, i primi due della difesa e l’imputato.

IL CARCERE – ''Io in galera non ci torno, mi ammazzo prima''. Non ha dubbi C.B., in cella non ci vuole più andare: ''E’ stata un’esperienza devastante e non nascondo che più di una volta ho pensato di farla finita. Non potevo neanche uscire in cortile e l’unica persona che potevo ricevere era mio fratello''. Non ha più famiglia l’operaio, gli è rimasto solo un fratello che, per la verità, ci ha messo un po’di tempo prima di andare a trovarlo in carcere. ''Alla notizia del mio arresto è rimasto scioccato, per un paio di mesi non si è fatto vivo, ma poi è venuto, lui mi crede. I primi tempi, poi, mi scrivevano anche gli amici, poi più niente''. Eppure, quando è uscito, dopo un anno e sei mesi di carcerazione preventiva, tutta Orte non gli ha voltato le spalle come era prevedibile che fosse. ''L’impatto – prosegue – è stato buonissimo, nessuno nel mio paese crede a questa storia. Tutti sanno quello che ho fatto per la mia famiglia e quanto fossi attaccato soprattutto alle bambine. Non ha avuto dubbi neanche il mio datore di lavoro che, una volta fuori dalla galera, mi ha ripreso in cooperativa come operaio''.

Ora il presunto orco di Orte, accezione quest’ultima che letta sui giornali ha avuto lo stesso effetto di un proiettile dritto in petto, lavora e poi torna a casa, al massimo si ferma a fare due chiacchiere in piazza. Poi si rinchiude dentro quelle quattro mura, teatro di quelle violenze descritte con dovizia di particolari dalla figliastra. ''Quando sono tornato a casa, dopo quasi due anni, non c’era più nulla, neanche le coperte. Mi ha portato via tutto, non solo gli elettrodomestici. E sono anche senza corrente elettrica per ora, ma dovrebbero riattaccarmela presto''.

Facebook Twitter Rss