VETRALLA – Il telefono che squilla poco prima delle 8 di lunedi mattina, quando solitamente sarebbe dovuta arrivare l’infermiera a medicare la piaghe da decupito, cambiare il catetere e fare le analisi. La visita di routine che il sistema sanitario nazionale mette a disposizione di una donna invalida al 100%, affetta da insufficienza cardiorespiratoria e renale.

Il telefono squilla e dall’altra parte della cornetta, la voce di una donna: ''Signora, oggi si dovrebbe medicare le ferite sui polpacci e sui talloni da sola, chè noi non riusciamo a venire con questa neve''.

E questa neve altro non è che Burian, l’ondata di maltempo siberiano che nella notte tra domenica e lunedì scorsi, si è abbattuta sull’intera provincia viterbese, paralizzandola. Strade impraticabili. Uffici e scuole chiuse. E servizio sanitario quasi azzerato. Non gli ospedali, rimasti sempre aperti (anche se difficilmente raggiungibili anche dai cittadini più vicini), ma quello domiciliare.

Come quello di cui usufruisce, dopo quasi un anno di ricoveri tra Belcolle e case di cura, una signora di 76 anni, residente in una frazione del comune di Vetralla.

''Mi sono medicata da sola – spiega -  seguendo lo stesso procedimento che compie l’infermiera''. Con attenzione e, dato il diabete che potrebbe causarle delle importanti infezioni.

Nella desolazione e nello sconforto, però, la lucidità di capire chi stia dalla parte del torto. ''Come può avere colpa l’infermiera, che con la macchina viene a casa? No, in alcun modo.''

La colpa sarebbe di un sistema fallimentare nell’organizzazione. Con un’emergenza metereologica ampiamente annunciata non è possibile lasciare in balia degli eventi le persone. Avrebbero dovuto ripulire con più solerzia e velocità le strade e attrezzare auto e mezzi con gomme termiche o catene per garantire il servizio a tutte le persone, che non sono in grado di muoversi.

Fortunatamente, complice il miglioramento meterreologico delle successivo ore, il servizio è stato portato a termine.