ANNO 14 n° 110
Il sindaco Primieri: ''A Orte siamo tutti all'opera''
Il sindaco Primieri ha inoltrato la richiesta di stato di calamità naturale
ma intanto proseguono senza sosta i lavori per ripulire la città dal fango

VITERBO (f.l.) – “Ci stiamo dando da fare, ma è dura. La situazione sta pian piano migliorando ma non è ancora rientrata”. Così il sindaco di Orte, Dino Primieri, a quasi 48 ore dalla violenta inondazione del fiume Tevere che ha allagato tutto il territorio comunale, spingendosi fino a Scappia, Molegnano e a Baucche.

“Ho già inoltrato la richiesta dello stato di calamità naturale alle autorità competenti, ma nel frattempo non restiamo ad aspettare, non ci piangiamo addosso, anzi, abbiamo unito le forze per ripulire tutto il prima possibile. Siamo un centinaio di persone circa, tra cittadini e imprese, che lavorano alacremente da ore e ore ormai”.

Dopo una notte di lavoro da parte dei vigili del fuoco, protezione civile e volontari, la strada tra Orte e Orte Scalo, rimasta chiusa da lunedì mattina in entrambe le direzioni di marcia a causa della piena del Tevere causata dal maltempo e dall'apertura delle dighe di Corbara e Attigliano, è stata riaperta. Così come è tornata alla normalità la stazione ferroviaria di Orte. Ma ora che il peggio è passato non rimane che fare i conti con le conseguenze: strade invase dalla fanghiglia, terreni e raccolti allagati, abitazioni distrutte e famiglie evacuate.

“Per la conta dei danni – prosegue il sindaco – è ancora presto, ma parliamo di danni grossi. Stamattina (ieri, ndr) un depuratore era completamente sommerso da acqua e fango, stanno ancora all’opera per rimuovere il tutto ma non credo funzionerà come prima. Per non parlare poi dei danni ai privati, case e negozi isolati, allagati e danni enormi anche ai piccoli proprietari. L’acqua, oltre a distruggere terreni e raccolti, ha letteralmente spazzato via centinaia di galline, polli, conigli, vitelli e pecore”.

Tanti gli animali che non sono riusciti a sopravvivere, dunque, ma non solo animali da cortile. Un intero canile, per esempio, è stato travolto dalla potenza del Tevere in piena, trascinando via una trentina di cani che si trovavano in un ricovero privato tra Orte e Gallese. E a nulla sono valsi gli sforzi del proprietario, che ha tentato di tutto per metterli in salvo ma non ha fatto in tempo. E’ stato solo grazie alla collaborazione con alcune volontarie che si è evitato il peggio e, seppure con l’acqua fino al collo, molti altri ospiti del ricovero sono stati tratti in salvo.



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