ANNO 14 n° 118
Operai uccisi da esalazioni tossiche, nuovo sopralluogo all'impianto
12/08/2014 - 02:00

APRILIA (LATINA) – Un nuovo sopralluogo è stato compiuto ieri nell’impianto della Kyklos di Aprilia, in provincia di Latina, dove il 28 luglio scorso due operai, Roberto Papini e Fabio Lisei, entrambi di San Lorenzo Nuovo, uccisi dalle esalazioni tossiche.

Intorno alle 10, i carabinieri, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno rimosso temporaneamente i sigilli ai varchi dello stabilimento di compostaggio del gruppo Acea, posto sotto sequestro dal pubblico ministero Luigia Spinelli, titolare dell’inchiesta sulla morte di Papini e Lisei.

I tecnici dell’Arpa Lazio, dell’Asl e i vigili del fuoco, insieme ai periti di parte, incaricati dai familiari delle due vittime e delle due società coinvolte nelle indagini, hanno ispezionato minuziosamente l’impianto e le due autocisterne sulle quali, al momento della tragedia, i due operai stavano caricando il percolato che avrebbero poi dovuto trasportare in un impianto di trattamento. Inoltre, hanno eseguito una serie di accertamenti i cui risultati, nelle prossime settimane, saranno comunicati la Procura pontina.

La Mira di Orvieto, l’impresa per la quale lavoravano Papini e Lisei, i cui titolari sono stati iscritti nel registro degli indagati per concorso in omicidio colposo, era rappresentata dall’avvocato Angelo Di Silvio.

Fuori dai cancelli della Kyklos c’erano alcuni rappresentanti del Comitato ''No miasmi e difesa del territorio dall’inquinamento ambientale'', che da anni si batte per la chiusura dell’impianto che, a loro dire, renderebbe irrespirabile l’aria nella zona.

''Siamo i portavoce – hanno detto - della popolazione ancora assediata da odori pestilenziali e preoccupata sempre più per la salubrità dell’aria e per la salute pubblica''.

I rappresentanti del comitato hanno poi precisato che la loro presenza ''vuole essere anche un omaggio alle due vittime della sciagura del 28 luglio, un dolore cui si affianca il sentimento di rabbia per i tanti appelli inascoltati''.

 

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