ACQUAPENDENTE - Dopo il blitz le denunce. Gli attivisti del collettivo ''269 Libération animale'' che ieri sono entrati nel mattatoio Ilco, sono stati identificati e denunciati.
Si tratta di una trentina di animalisti, tra italiani, francesi e tedeschi, assistiti dall'avvocato Gianluca Vitale. Nella notte tra martedì e mercoledì si sono introdotti nella struttura di Acquapendente, incappucciati e vestiti di nero. Una volta all'interno hanno liberato una ventina di agnelli e si sono incatenati in quello che hanno definito ''corridoio della morte'', ossia l'area dove vengono condotti gli animali prima della macellazione. Si sono incatenati qui impedendo di fatto l'attività.
Gli agnelli liberati sono stati presi in carico da alcuni attivisti ''che forniranno loro le cure necessarie - come si legge nel comunicato di rivendicazione del blitz - e li accompagneranno in santuari dove potranno vivere una vita libera da ogni forma di sfruttamento''.
Sul posto sin dalle prime ore della mattina si sono portate anche le forze dell'ordine che intorno a mezzogiorno hanno iniziato lo sgombero della struttura. Operazione che si è svolta in maniera pacifica. I manifestanti sono stati quindi fatti salire su un autobus e condotti in questura a Viterbo e presso la caserma dei carabinieri di Tuscania per l'identificazione.
Successivamente sono stati denunciati. Tra le contestazioni quella di sabotaggio. Intanto pare che il mattatoio abbia subito diversi danni.