ANNO 15 n° 173
Assalto al macello di Acquapendente: liberati 21 agnelli dagli attivisti di 269 Libération Animale
“Non solo protesta, ma liberazione concreta”
16/04/2025 - 13:30
di Massimiliano Vismara

ACQUAPENDENTE - Nella notte tra il 14 e il 15 aprile, due gruppi del collettivo 269 Libération Animale hanno messo in atto un’azione diretta simultanea presso il macello ILCO di Acquapendente, in provincia di Viterbo. Il blitz ha portato alla liberazione di 21 agnelli, destinati alla macellazione, e al blocco totale della linea di abbattimento, grazie all’occupazione fisica del cosiddetto “corridoio della morte”.

Gli attivisti hanno utilizzato dispositivi come armlocks e catene, rendendo estremamente complessa la rimozione da parte delle forze dell’ordine. L’azione è destinata a durare ore, forse tutta la giornata, arrecando danni economici significativi al macello proprio nel periodo in cui si registra un picco della domanda di carne ovina per le festività pasquali.

“Non è più tempo di manifestazioni inoffensive, ma di agire concretamente contro lo sfruttamento animale”, ha dichiarato Tiphaine Lagarde, fondatrice del collettivo 269LA, sottolineando come l’obiettivo non sia più solo sensibilizzare l’opinione pubblica, ma interrompere fisicamente la macchina della morte.

Ogni anno, solo in Italia, vengono macellati oltre 2 milioni di agnelli, molti dei quali importati dall’Est Europa – Romania e Polonia in primis – quando hanno appena 3 o 4 mesi di vita. I 21 agnelli liberati sono stati affidati alle cure degli attivisti e saranno accolti in santuari specializzati, dove potranno vivere liberi da ogni forma di sfruttamento.

 

Gli obiettivi dell’azione – fa sapere il collettivo – sono stati tre:

salvare fisicamente gli animali,

infliggere un danno economico alle strutture di morte,

portare la lotta antispecista nei luoghi in cui lo sfruttamento avviene realmente, spostando il focus dal comportamento del singolo alle istituzioni responsabili del sistema.

Il gesto, destinato a far discutere, si inserisce in un crescendo di azioni dirette promosse da collettivi per la liberazione animale in tutta Europa, che spingono verso una riflessione più profonda sul legame tra tradizione, consumo e violenza sugli animali.

 






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