ANNO 14 n° 120
Confiscati beni per 4 milioni a Elio Marchetti, ma risulterebbe nullatenente
Il sequestro è scattato ieri mattina su disposizione del tribunale di Roma
22/04/2020 - 07:12

VITERBO – Due immobili che ospitano concessionarie d’auto e un salumificio, sequestrati e confiscati per un valore totale di circa 4 milioni di euro.

Ancora guai per il noto imprenditore viterbese Elio Marchetti, finito in manette assieme ad altre cinque persone nel maggio del 2017, poiché secondo la Procura di Viterbo avrebbe messo in piedi un’associazione dedita al commercio e all’importazione di auto di lusso dalla Germania evadendo l’Iva. A finire agli arresti con lui, a conclusione dell’Operazione Déjà-Vu, furono Adrian Glowats gestore di un concessionario tedesco di autovetture, Simone e Roberto Girolami, Giuseppe De Lucia, tutti gestori di società fittizie con sede a Latina e Domenico Sordo, titolare di un’agenzia di pratiche auto a Foggia.

Ieri mattina, a distanza di tre anni da quell’arresto, è scattato il sequestro di tre immobili in via Mainella e via della Palazzina che secondo le fiamme gialle sarebbero riconducibili a Marchetti, ma che, sotto il profilo giuridico, sarebbero intestati a due distinte società di capitali, per un valore di circa 4 milioni di euro.

Il sequestro e la confisca sono nati da un provvedimento emesso dal Tribunale di Roma, in accoglimento della richiesta formulata dai magistrati di Viterbo, su proposta della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale. Un provvedimento cautelare sui beni – primo nel suo genere a Viterbo - che rappresenterebbe la naturale evoluzione delle indagini sfociate negli arresti del 2017: evadendo l’imposta, attraverso ''un sistema fraudolento, fondato essenzialmente sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni commerciali inesistenti, la falsificazione di documenti amministrativi, l’impiego di false dichiarazioni sostitutive di atto notorio'', era stato possibile ''all’organizzazione criminale omettere il versamento a favore delle casse dell’erario di IVA dovuta pari a 5.400.000,00 euro e di IRES pari a 1.500.000,00 euo'' si legge nella nota della Guardia di Finanza, creando un ''danno alla collettività e all’onesta iniziativa imprenditoriale’’. 

Ora quei tre immobili - ma non le attività che vi sono all'interno - sono divenuti di proprietà acquisita dello stato e verranno gestiti da un amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Roma.

Le indagini portate avanti dagli inquirenti su Elio Marchetti avrebbero permesso di delineare l’immagine di un imprenditore caratterizzata dall’elevata ''pericolosità sociale e fiscale, storica, concreta ed attuale'', che agli occhi dello stato sarebbe risultato ''formalmente pressoché nullatenente e indigente.'' Inoltre il valore degli immobili sequestrati sarebbe risultato del tutto sproporzionato rispetto agli irrisori redditi dichiarati, da lui stesso e dai suoi familiari, nel corso degli anni.

Il processo a carico dell'imprenditore e dei suoi presunti complici per la maxievasione fiscale è ancora in corso di fronte al tribunale viterbese. Il 13 luglio, intanto, è già stata fissata l'udienza con la quale Marchetti potrà opporsi alla confisca disposta dai giudici romani.





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