di Eleonora Celestini
VITERBO - Una serata straordinaria nel segno e nel ricordo di Giorgio. Martedì sera quasi 150 persone hanno partecipato alla commemorazione, voluta dalla famiglia Schirripa, del neuropsichiatra infantile, padre dell'associazione Eta Beta, scomparso il 5 gennaio di dieci anni fa.
La moglie, i figli, i fratelli e i nipoti, i colleghi di lavoro, ma anche tantissimi amici venuti da ogni parte per onorare la memoria di un uomo, di un medico, che ha segnato profondamente la vita sociale di questo territorio, si sono ritrovati a casa Schirripa per una commemorazione molto particolare ed emozionante. ''Occhi lucidi, grandi sorrisi, risate e cuore gonfio – dice Marina, la moglie di Schirripa -. Chi è venuto ci ha messo tanto cuore, gli amici che hanno parlato di lui ci hanno fatto rivivere Giorgio per la sua capacità speciale di essere stato fondamentale in qualche passaggio cruciale della vita di ognuno''.
Non solo lacrime, però, durante l'incontro. ''Tanti momenti di allegria – continua - perché Giorgio faceva anche ridere e rideva volentieri. Per noi, come sempre, il ricordarlo insieme a tante persone che esprimono un così grande sentimento è importante, ci rende più forti e orgogliosi di essere la sua famiglia. Francesco (il figlio più piccolo di Giorgio e Marina Schirripa, ndr), infatti, dice sempre 'sono orgoglioso di mio padre e posso esserlo attraverso tutte le parole che voi dite su di lui, perché io ero troppo piccolo e non potevo sapere quanto fosse bravo'''. Il ragazzo, che a breve compirà 18 anni, ha infatti chiesto agli amici del padre di tracciarne un ricordo, in modo da poterlo conoscere meglio attraverso i racconti e la memoria di chi ha avuto più tempo a disposizione per stargli vicino. Proprio al giovane era dedicato il libro ''Caro Francesco'' che il neuropsichiatra scrisse nel 2005, edito da Feltrinelli: si tratta di una raccolta di lettere-fiabe bellissime che Schirripa scrisse al figlio nei mesi della sua permanenza a Newcastle per lavoro. Durante la serata è stata letta la lettera-fiaba numero otto, particolarmente significativa.
''Il rimpianto più grande rimarrà sempre non poterti condividere con le persone che ho conosciuto dopo quel triste giorno – scrive invece sul suo profilo Facebook Michele Schirripa, il figlio mezzano -. Non riesco a raccontarti abbastanza. Non riesco a spiegarti a fondo. Non sarà mai lo stesso conoscere me senza aver conosciuto te. La più grande gioia sarà sempre riviverti ricordandoti con la famiglia, con gli amici e con i colleghi. Tutti quelli che ti hanno voluto bene e che sono in grado di vedere in noi pezzi di te, dei tuoi insegnamenti, della tua persona. Ci aiutiamo un po l’un l’altro … loro con i racconti noi con i dettagli del nostro carattere e qualche somiglianza. Mi sento di dire grazie a tutti voi che siete venuti e a tutti quelli che hanno dedicato un pensiero a mio padre. Grazie a mia madre che non ha mai vacillato in questi 10 anni e lo ha dimostrato ancora una volta questa sera. Grazie a mio fratello che con una maturità invidiabile ha reso questo giorno speciale. Un abbraccio a mia sorella che oggi più che mai sono sicuro abbia sofferto la distanza''. Marta Schirripa, infatti, la figlia maggiore, è anche lei un brillante medico e al momento si trova in America per specializzarsi.
Gli amici di Giorgio hanno infine voluto fare un dono speciale all'altrettanto speciale famiglia Schirripa. Un dono che vuole avere un significato profondo e che rappresenta quanto di grande e di buono il neuropsichiatra ha realizzato nella sua troppo breve vita: una quercia da sughero, da piantare nel giardino che lui amava tanto. Una pianta che rappresenta la forza e che è simbolo di sacralità e di eternità. Così come sacro ed eterno sarà il ricordo di Giorgio Mauro Schirripa per quanti lo hanno conosciuto, stimato e amato.