VITERBO - La popolazione sta invecchiando e con essa sta scivolando nel baratro anche la tenuta economica e sociale di un'intera provincia. Parliamo ovviamente della Tuscia che secondo una recente indagine della Cgia di Mestre su previsioni demografiche dell’Istat, si stima perderà nei prossimi 10 anni quasi 16mila persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Per la precisione 15.954 potenziali lavoratori che tra una decade non rappresenterà più la forza lavoro di questa provincia. Si passerà infatti dai 193.223 lavoratori attivi di oggi ai 177.269 del 2035 con una contrazione dell'8,3 percento.
'E' stato stimato - ha detto Elisa Durantini, segreteria generale Cisl Viterbo - che nella nostra provincia si fanno una media di 1,5 figli a famiglia. Dunque, siamo ben lontani dalla media di 2,7 figli necessari ad invertire il trend. Sappiamo che non è un caso isolato della provincia di Viterbo, ma è un problema nazionale. Tuttavia, la prospettiva di perdere quasi 16mila lavoratori attivi rappresenta una vera e propria emergenza silenziosa, che avrà ricadute profonde sul mercato del lavoro, sul tessuto sociale e la sostenibilità del welfare'.
Secondo la segretaria generale una forza lavoro sempre più ridotta sarà destinata a metter in crisi settori chiave dell’economia territoriale, come l’agricoltura, i servizi e l’artigianato. Le imprese potrebbero faticare a trovare manodopera qualificata, rallentando l’innovazione e scoraggiando investimenti.
'Sul piano sociale - ha fatto seguito Giancarlo Turchetti segretario generale della Uil - la perdita di giovani e lavoratori andrà ad alimentare lo spopolamento dei piccoli centri e con esso l'assistenza e i servizi territoriali come le banche e le scuole'. Turchetti lancia il monito: 'Bisogna investire su una politica industriale più incisiva. L'economia di questa provincia non può reggersi solo su agricoltura e servizi. Non dimentichiamoci poi che su questa terra incombe il rischio di costruzione di una discarica nucleare che, se realizzata, metterebbe la parola fine al futuro di questo territorio. I giovani se ne vanno, ma nessuno vorrà venire ad abitare qui. Il sistema collasserà'.
'In questo scenario - rimarcano i due segretari - la politica ha il dovere di reagire con misure coraggiose. Servono incentivi alla natalità, sostegno alle famiglie, attrazione di giovani e lavoratori da altre aree (anche tramite flussi migratori regolati) e politiche attive per trattenere i talenti sul territorio'. Secondo Turchetti: 'E' arrivato il momento di riunire intorno ad un tavolo istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per costruire un protocollo condiviso per lo sviluppo e l'occupazione di questa provincia'.