VITERBO - Faceva parte dei piani della Regione Lazio fin dall’istituzione, nel 1970. Poi divenne uno dei punti principali della cosiddetta ''Vertenza Alto Lazio'', lanciata da Cgil, Cisl e Uil negli anni Ottanta per ''rompere lo storico isolamento che impedisce lo sviluppo socio-economico della Tuscia Viterbese''. Ha fatto parte dei programmi elettorali di tutti i candidati, da destra a sinistra, alla Camera e al Senato, al Consiglio regionale, alla Provincia e al Comune di Viterbo. Ma il raddoppio della Cassia si è inesorabilmente fermato a Monterosi, sulla linea di confine tra le province di Roma e Viterbo.
A distanza di circa otto anni dall’ultimo colpo ''battuto'', è arrivata un'inattesa novità: questa mattina, infatti, è stato presentato in commissione Lavori Pubblici della Regione Lazio il progetto definitivo per il raddoppio del tratto Monterosi-Viterbno. Si tratta di un tracciato di 32 km che si sovrappone per lunghi tratti a quello esistente. I dettagli dell’elaborato sono stati illustrati dall’assessore Luca Malcotti e dai progettisti.
Lo ha reso noto il presidente della Commissione Rodolfo Gigli. ''Si tratta di un'opera strategica, non solo per il Viterbese – ha spiegato – attesa da troppi anni. Ricordo che nel 2001 fu proprio un mio intervento in Parlamento, accolto dal Governo, a permettere l’inserimento di questo intervento nella legge obiettivo. Con il progetto definitivo facciamo un altro passo in avanti, ma resta la questione delle risorse necessarie, circa 650 milioni di euro''.
Un problema, quello dei soldi, sottolineato anche dall’assessore Malcotti: ''Il progetto – ha detto - dovrà superare il vaglio della conferenza dei servizi e, subito dopo, dovrà tornare al Cipe, presumibilmente a gennaio. Siamo in una situazione di incertezza per quanto riguarda i finanziamenti – ha sottolineato Macoltti -, ma dobbiamo essere pronti, perché le opere non immediatamente cantierabili potrebbero essere stralciate e quindi definanziate dal Governo''.
Un sostanziale via libera al progetto è arrivato dai sindaci presenti all’audizione (Vetralla, Sutri e Capranica). Il raddoppio della Cassia era stato infatti ideato per eliminare l'attraversamento di 18-21mila automezzi al giorno dai tre centri abitati e, in parte, da quello di Viterbo. Numero che sarebbe il doppio se moltissimi automobilisti non preferissero percorre la Cimina proprio per evitare l'imbuto dei centri abitati. Inoltre, la Supercassia avrebbe dovuto e accorciare del 35% circa il tempo necessario per arrivare a Roma.
Il progetto presentato oggi alla Commissione Lavori Pubblici è frutto di una lunga serie di modifiche, opposizioni da parte dei comuni interessati, delle associazioni ambientaliste e privati che ritenevano gli elaborati precedenti, costati svariate centinaia di milioni di lire, ad altissimo impatto ambientale.
Gli autori dell'ultimo elaborato hanno riferito ai commissari di aver rispettato tutte le prescrizioni per arrivare a un tracciato compatibile con il territorio. '''In particolare - hanno detto - sono stati eliminati due viadotti, sostituiti da altrettante gallerie, all'altezza del lago di Vico e del bosco dell'Impero, in maniera da preservare due zone di elevato interesse ambientale'''. Il costo dell'opera è però più raddoppiato, passando dai circa 320milioni del progetto precedente, accantonato durante il governatorato Storace, ai 650 dell'attuale.