ANNO 15 n° 193
Nella Tuscia aumentano i reati legati al ciclo dei rifiuti e abusivismo edilizio
Presentato il rapporto ecomafia di Legambiente: 'Nel 2024 denunciati 200 reati ambientali'

 

VITERBO -  (A.S.)'L'ecomafia è una piaga in aumento nel Lazio, con numeri legati allo smaltimento dei rifiuti e all'abusivismo edilizio che tornano a crescere, e la provincia di Viterbo non fa eccezione'. A renderlo noto è l'ultimo rapporto Ecomafia redatto da Legambiente che nei giorni scorsi a Roma ha reso noto i numeri raccolti grazie al contributo delle forze dell'ordine relativi ai reati e illeciti ambientali nell'anno 2024. La regione perde una posizione rispetto all'anno precedente salendo al quinto posto (subito sotto le prime quattro a tradizionale presenza mafiosa); Roma è la quarta provincia in Italia con 1021 reati, seguita da Latina, Frosinone e Viterbo. Nella Tuscia sono stati 200 i reati ambientali denunciati nel 2024 macroaggregati in tre grandi aree: reati nel ciclo del cemento, nel ciclo illecito dei rifiuti e quelli contro gli animali.

Seppur contenuta rispetto alla precedente indagine, anche in provincia di Viterbo si è assistito ad un graduale aumento di illeciti. I reati legati al ciclo dei rifiuti sono stati 79 nel 2024 (rispetto ai 39 del 2022), quelli riferiti all'abusivismo edilizio 33, uno in più rispetto all'anno precedente, mentre stabili a 16 quelli contro la fauna. Una situazione che seppur non particolarmente allarmante in termini di crescita esponenziale, restano comunque oggetto di riflessione approfondita.

'L'ecomafia è una piaga in aumento nel Lazio, con numeri legati allo smaltimento dei rifiuti e all'abusivismo edilizio che tornano a crescere - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Siamo di fronte a un fenomeno che, in particolar modo nelle provincie di Roma e Latina, aumenta di impatto, con discariche abusive o cemento illegale che fanno del Lazio la peggior regione dopo le quattro a tradizionale presenza mafiosa. Per fermare gli ecoreati nel ciclo dei rifiuti bisogna costruire una gestione virtuosa fatta di una raccolta sana e impianti diffusi ovunque per la trasformazione delle frazioni differenziate in materia prima seconda. Per rallentare la tenaglia del cemento illegale invece, oltre all'impegno incessante delle forze dell'ordine che non possiamo che tornare a ringraziare, bisogna evitare in primo luogo ogni proposta di legge che presupponga possibili deregolamentazioni, sanatorie e condoni come invece sta continuando a fare la Regione Lazio, ai quali corrisponde un aumento dei reati, in attesa di presunti salvagenti legislativi regionali'.




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