ANNO 15 n° 128
Foto precedente
La zia e la mamma di Tatiana Ceoban, Olga ed Elena Nekifor
Foto successiva
Esposito impietrito al momento della sentenza
Soddisfazione per accusa e parti civili.
Avvocati della difesa annunciano ricorso

LA SENTENZA – Paolo Esposito e Ala Ceoban sono stati condannati all'ergastolo e a un anno di isolamento diurno per l'omicidio di Tatiana Ceoban e della figlia Elena, con l'aggravante dell'occultamento dei cadaveri. La corte ha cosi' accolto le richieste del Pm Renzo Petroselli. La sentenza è stata seguita in rigoroso silenzio.

GLI IMPUTATI – Totalmente differenti le reazioni di Paolo Esposito e Ala Caoban, al momento della lettura della sentenza. Il primo ha seguito il verdetto letto dal presidente della Corte Maurizio Pacioni mano nella mano con il suo avvocato Mario Rosati. Alla condanna Esposito si è portato in avanti appoggiando le mani sul banco e sgranando gli occhi, quasi incredulo. La seconda ha invece ascoltato senza batter ciglio, dimostrando ancora una volta distacco e freddezza. Una volta usciti dall’aula, però, entrambi sono crollati, scoppiando in lacrime.

I PARENTI - Presenti anche Maria ed Enrico Esposito, i genitori di Paolo, accompagnati da molti familiari che hanno dimostrato estrema compostezza al momento della condanna del figlio. Elena Nekifor, madre di Tatiana Ceoban, ha invece ascoltato senza distogliere per un attimo lo sguardo da Ala. A sostegno della donna, all’interno dell’aula del Tribunale di Viterbo, erano presenti anche alcune amiche di Tatiana, presenti a tutte le udienze, e la zia Olga, accorsa ad abbracciare la sorella Elena, scoppiata in lacrime dopo la sentenza di condanna.

I DIFENSORI - Il processo di Gradoli, conclusosi con la condanna all'ergastolo di Paolo Esposito e Ala Ceoban è stato, ad avviso del difensore dell’uomo, Enrico Valentini un processo “anomalo”: “Sono allibito per questa sentenza – ha dichiarato – se avessero trovato i corpi li avrebbero fucilati. Mi avevano detto di lavorare per l’Appello ma io non ci volevo credere” – ha concluso il difensore di Esposito, sentito a caldo dopo la sentenza. Anche l’avvocato Mario Rosati, difensore di Esposito si è detto stupito per la decisione della Corte: “Sono curioso leggere le motivazioni – ha commentato l’avvocato – perché li troveremo ciò di cui abbiamo bisogno per far valere le nostre ragioni. Se traballa un solo elemento, infatti, crolla tutto il castello”. Il legale ha parlato anche della reazione del suo assistito: “Paolo è molto provato – ha detto – è scoppiato in lacrime, soprattutto perché adesso non potrà vedere più la figlia Erika”. Dello stesso parere ma apparentemente meno scosso il legale della Ceoban, Pierfrancesco Bruno: “Ovviamente non ci aspettavamo questa sentenza, anche perché in questa situazione poteva starci di tutto. Sapevamo che era un processo particolarmente difficile ma la condanna ci ha colto ugualmente di sorpresa. Paradossalmente però – ha continuato Bruno –  l'accoglimento totale della proposizione accusatoria, lette le motivazioni, potrebbe aprire qualche spazio ulteriore alla difesa nella misura in cui dovesse venir meno qualcuno o solo uno dei presupposti su cui si fonda l'accusa'.

ACCUSA E PARTI CIVILI – Estrema soddisfazione è stata espressa da Luigi Sini, avvocato di parte civile in rappresentanza di Elena Nekifor, madre di Tatiana e Claudia Polacchi per la piccola Erika, figlia di Tatiana e Paolo Esposito. “Non è stata affatto una sentenza scontata – ha affermato l’avvocato – dal momento che i corpi non sono stati trovati ma eravamo certi che ci fossero tutte le condizioni per arrivare a una condanna ”. Di poche parole il pm Renzo Petroselli che ha commentato la sentenza citando il giuramento dei giudici popolari: 'Affinché la sentenza riesca quale la società deve attenderla: affermazione di verità e giustizia' – e aggiungendo – “oggi giustizia è stata fatta'.

Facebook Twitter Rss