ANNO 14 n° 117
''Sembrava di essere in un paese in guerra''
I commenti dei cittadini di Vallerano e Vignanello dopo i due cortei
05/03/2017 - 07:08

di Irene Minella

VALLERANO – ''Sembra di stare in guerra, sembra di essere in un paese sotto attacco''. Questi i commenti dei cittadini di Vallerano e Vignanello, i comuni che ieri sono stati protagonisti, insieme a Canepina, delle due manifestazioni anti-violenza politica. Da un lato la ''passeggiata pacifica'' di sindaci e cittadini. Dall’altro lato CasaPound con una protesta ferma in piazza del Ruscello a Vallerano.

Il dispiegamento straordinario di forze dell’ordine, che ha presidiato i due comuni fin dal giorno precedente, è stato coordinato nei minimi dettagli da questura, prefettura e dai sindaci organizzatori che hanno inoltre deciso per una distanza strategica tra i due cortei. Misure di prevenzione e sicurezza delle forze armate, polizia e carabinieri, che hanno garantito, pur incutendo un po’ di timore ai cittadini non abituati alla loro presenza massiccia, la buona riuscita di tutte e due le manifestazioni svoltesi in contemporanea ed entrambe mosse contro la violenza.

La ''passeggiata pacifica'', come l’ha definita Maurizio Gregori, sindaco di Vallerano, è partita da piazza della Repubblica a Vignanello, il paese in cui lo scorso 11 febbraio il 24enne Paolo è stato massacrato di botte per aver pubblicato su Facebook un commento ironico ad un post di CasaPound. Alla marcia, sotto la pioggia torrenziale, i sindaci organizzatori della manifestazione ''Mai più'' accompagnati dalle rispettive amministrazioni, da numerosi primi cittadini provenienti da gran parte della Tuscia tra cui il vice sindaco di Viterbo Luisa Ciambella, dal vescovo di Civita Castellana Romano Rossi, dal consigliere regionale Enrico Panunzi, dal deputato Alessandro Mazzoli, da varie associazioni, tra cui Anpi, e dai numerosissimi cittadini presenti.

''Siamo tutti Paolo'' è stato il grido corale dei sindaci di Vallerano, Vignanello e Canepina. ''Questo territorio non vuole la violenza, diciamolo forte e insieme – spiega Maurizio Gregori -. La libertà di espressione è la prima cosa, nessuno deve dirci cosa pensare, cosa indossare e cosa dire''. D’accordo con il primo cittadino anche Vincenzo Grasselli, sindaco di Vignanello, e Aldo Maria Moneta, sindaco di Canepina che aggiunge: ''Paolo è la vittima di un’aggressione delinquenziale che non può non essere punita. La nostra amministrazione comunale, in seguito a questi fatti, ha approvato una mozione proposta dal vicesindaco Manuela Benedetti che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione: abbiamo fatto nostri i valori antifascisti, gli stessi che accompagnano questa manifestazione e gli stessi che non dobbiamo mai dimenticare''.

Dall’altra parte del paese, ad un chilometro scarso di distanza, sventolavano i tricolori e le bandiere di partito tra fumogeni e cori di CasaPound. Durante la manifestazione statica del movimento in piazza del Ruscello il grido era lo stesso ''contro la violenza politica''.

Violenza di cui anche i militanti dei Cmini sono stati vittima quando la notte dello scorso 17 febbraio è esploso un ordigno davanti alla sede di CasaPound Cimini a Vallerano. ''Pretendiamo una condanna per l’atto che ci ha colpito – spiegano dal canto loro – un atto di violenza politica che però non ha avuto la stessa risonanza mediatica dell’altro. Chi sfila dall’altra parte non condanna la violenza infatti, ma solo il nostro partito politico. CasaPound – concludono – è determinata e vuole cambiare questa Nazione. Ci riusciremo, otterremo la nostra vittoria''.





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