ANNO 14 n° 117
''Schiaffo futurista'', rinvio al 2 febbraio
Slitta ancora la causa Rossi-Iannonne davanti al giudice di pace
03/12/2015 - 02:00

VITERBO – Tra i tanti procedimenti rinviati in questi giorni a causa dello sciopero delle camere penali, ce n'è uno che, qui a Viterbo, riporta ad un fatto di cronaca davvero eclatante. Che ebbe risalto anche sui palcoscenici nazionali. E' la causa, tra Filippo Rossi e Gianluca Iannone per lo ''schiaffo futurista''.

Impossibile dimenticare quella vicenda. Siamo nell'estate del 2012, precisamente nella notte che dà sul 14 luglio. Pieno centro storico: la serata di Caffeina è in corso, nella sede di piazza San Carluccio avviene uno scontro fisico tra alcuni ragazzi, tra cui il leader nazionale di Casapound Gianluca Iannone, e il direttore artistico (nonché fondatore) del festival Filippo Rossi. Che ha la peggio, ed è costretto a rivolgersi alle cure del pronto soccorso dell'ospedale di Belcolle. Lievi le ferite (cinque giorni di prognosi), molto di più lo sdegnò che si levò all'epoca, con attestati di solidarietà nei confronti del giornalista, gli immancabili – purtroppo o per fortuna, in questo Paese – riferimenti alla ''violenza squadrista'', e il tagliar corto dello stesso Iannone. Che definì quel gesto ''solo uno schiaffone futurista, come quello che Umberto Boccioni diede ad Ardengo Soffici. Altro che spedizione punitiva''.

Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti. Rossi, per esempio, è entrato in politica, prima candidandosi a sindaco con la lista civica da lui fondata, Viva Viterbo, e diventando almeno consigliere comunale. Iannone, dal canto suo, ha avvicinato Casapound alla Lega dell'emergente Salvini. 

Lo storia dello schiaffo, invece, è finita prima nelle indagini della polizia e della procura, poi al giudice di pace, con una prima udienza nel 2013, e poi una serie di rinvii. Martedì il processo sarebbe dovuto entrare nel vivo, con l'ascolto dei testimoni da parte di Rossi (difeso dall'avvocato Giacomo Barelli) e Iannone (difeso dall'avvocato Domenico Di Tullio, qui rappresentato dal collega Domenico Gorziglia). Niente da fare: lo sciopero ha rinviato il tutto al 2 febbraio prossimo.





Facebook Twitter Rss