ANNO 14 n° 117
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Riapre Torre Alfina
(ma senza Gaucci)
Il castello ora gestito dai Boscolo
23/09/2014 - 00:00

Pare che venerdì, agli ospiti che lo hanno affollato e che hanno assistito al taglio del nastro, sia apparso un fantasma. E' sbucato da uno dei 55 vani del maniero, era basso e non troppo in forma, la voce garrula e l'accento romanesco: 'Ho cacciato l'allenatore, ma lo ho fatto soltanto per vincere il campionato', ha detto l'ectoplasma prima di sparire in un effluvio di porchetta, biada da cavallo e vino dei castelli.

I castelli, già, il castello. Quello di Torre Alfina, riconsegnato lo scorso fine settimana a nuova vita con la gestione della famiglia Boscolo, che ha preso in affitto l'imponente struttura nel territorio del comune di Acquapendente (di cui è frazione), a nord della provincia di Viterbo, in quell'Alta Tuscia che unisce il verde e l'aria buona ad una terra dai sapori generosi. A 620 metri sul livello del mare, in una posizione dominante sulla valle del Paglia, fino all'Amiata a nord, al lago di Bolsena a occidente e ai Cimini a sud, ecco il castello, costruito su un'antica torre d'avvistamento longobarda da Cataluccio di Galasso di Bisenzio, signore di Torre Alfina e poi passato di mano, tra ristrutturazioni e ampliamenti, incrociando nei secoli il destino d'Italia.

Fino ad oggi, quando la famiglia Boscolo - holding internazionale della ristorazione e dell'accoglienza a cinque stelle - ne ha ottenuto la gestione dal tribunale, e prima di raccontare perché questo posto di fiaba sia arrivato a tale sorte, vale la pena raccontare l'inaugurazione di venerdì, presente lo chef Rossano Boscolo e il sindaco di Acquapendente Alberto Bambini, la banda musicale, e gli abitanti del borgo famoso pure per il cinghiale e il gelato, entrambi succulenti.

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