ANNO 14 n° 107
Piero Camilli: ''Dagli errori abbiamo imparato''
19/01/2014 - 17:30

di Domenico Savino

VITERBO - Piero Camilli è carico. Vede tutti dall'alto e gode. Sente che la sua creatura cresce e si sviluppa. La Viterbese è prima, viene da otto risultati utili di fila, ha guadagnato sette punti in un mese al Rieti. L’idea che passa è che il bello deve ancora venire, che la squadra e soprattutto la società si stia divertendo a fare calcio. Il Comandante è un appassionato di calcio, ama farlo e vuole portare le sue idee a Viterbo. Questa Viterbese che vince è una sua creatura: è il frutto di una profonda trasformazione che è nata sotto la pioggia di Montefiascone.

Quella sconfitta pesante è stata lo spartiacque della stagione. Piero Camilli ha capito che bisognava invertire la rotta. E da Comandante lo ha fatto: ha valutato i passi da fare, ha analizzato chi aveva quei “valori morali” da Viterbese ed ha operato in modo chirurgico. E oggi la Viterbese conta nel “palazzo” dello sport: e Camilli vuole che i gialloblu diventino la squadra punto di riferimento dell’intera provincia.

Dall’alto della classifica Camilli fa una profonda analisi dei primi sei mesi in gialloblu “Dagli errori abbiamo imparato a vincere. A Montefiascone scoccò la scintilla. Abbiamo capito che qualcosa non andava che c’erano giocatori che non facevano al caso nostro. Sono stati bloccati gli stipendi, ai miei figli ho detto di restare tranquilli perché sarebbe cambiato tutto, anche le sedie. Quando perdemmo a Montefiascone ero sereno e convinto che sarebbe potuto succedere qualcosa di positivo: avevo individuato i sette otto che sarebbero andati a casa, non avevano quei valori morali che io prediligo”. Camilli parla di rinascita parziale, perché solo adesso vede riproposte sul campo le sue idee: “Noi abbiamo saputo gestire bene i momenti di difficoltà. Il campionato è lungo e difficile ci sono ancora tante giornate da giocare, ci sono avversari che possono da un momento all’altro metterci in difficoltà. Ma io sono convinto che a questa squadra manchi ancora qualcosa e prometto di rimetterci le mani. A me piace vincere non sono un decubertiniano”.

Il Comandante scende nel particolare: “Ho preso gente valida, ad esempio Gubinelli l’ho scelto io personalmente e ho voluto privilegiare ragazzi che conoscevano l'ambiente, gente che ha valori importanti e questo ha fatto pendere la bilancia dalla loro parte”. Dal campionato alla coppa il passo è breve: E il ritorno di coppa a Ladispoli è una gara da non fallire: “Proveremo a vincere la coppa. Ci sono riuscito dieci anni fa con la Castrense partendo proprio da un pareggio in casa. Ci basta fare 2-2”. Non può mancare una stoccata al patron del Rieti Franco Fedeli: “Io non mi comporto come lui, è troppo comodo quando si perde dire ‘Me ne vado’. In questo modio ci sta favorendo è come se giocasse dalla parte nostra. Sul mio conto e su quello della mia famiglia ha detto cose non belle, frasi che non mi sono piaciute. Ovunque ha fatto calcio non ha mai vinto nulla”.

Il patron fa sognare i tifosi: parla di serie B di progetti futuri che andranno di pari passo con la crescita della società. Ad esempio lo stadio e le strutture sportive, la convenzione è stata firmata, ma “Giochiamo su un campo che è indecente e siamo costretti ad allenarci a Marta per non rovinarlo ancora di più. E invece se vediamo il campo di Grotte di Castro è un biliardo”. Ecco il messaggio agli amministratori che ad avviso di Piero Camilli devono crescere di pari passo con la società: “A Grosseto ho costretto il Comune ad investire. Basti pensare che conquistammo la B a maggio e all’inizio del campionato lo stadio era perfetto, il Comune investi 4,5 milioni di euro. In B è un mondo completamente diverso. A Viterbo servirebbe uno stadio da diecimila posti, la Palazzina così come è non va bene”.






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