ANNO 14 n° 117
Operazione Birretta, gli arrestati dal gip
Questa mattina gli interrogatori di garanzia davanti al pm Stefano D’Arma
18/01/2018 - 06:50

VITERBO – Compariranno questa mattina davanti al gip e al pubblico ministero Stefano D’Arma i sette arrestati dell’''Operazione Birretta''. Sfruttamento della prostituzione e detenzione di sostanze stupefacenti le due grandi accusa da cui sono chiamati a difendersi.

Da una parte i proprietari del night club ‘’Star Night’’ posto sotto sequestro all’alba dello scorso 12 gennaio, dall’altra i suoi assidui clienti che con frasi in codice e parole d’ordine ben studiate avrebbero messo in piedi un sistema ben oliato di compravendita e uso di droga. Un mercato illegale ormai consolidato da tempo tra Viterbo e i comuni dell’Alta Tuscia, in particolare Castiglione in Teverina e Bagnoregio, con contatti anche in Umbria e Toscana.

Questa mattina per tutti e sette, gli interrogatori di garanzia davanti al gip e al pm titolare dell’inchiesta, condotta sinergicamente da Procura e Comando Provinciale dei Carabinieri.

Davanti al giudice, difesi dal legale Marco Mazzatosta, compariranno anche i due coniugi, Enzo Magnani di 61 anni e Elena Agafonova di 39 anni residenti a Montefiascone, finiti in manette con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, in quanto titolari del night club in località Poggino. Secondo quanto ricostruito dalla Procura avrebbero costretto le ragazze immagine del locale a consumare rapporti sessuali con i clienti, dopo il pagamento di cifre che sarebbero andate da un minimo di 50 euro ad un massimo di 300, a secondo della durata del rapporto.

Dopo di loro toccherà a Z.G., 50 anni, E.A., 40 anni, S.G., di 39 anni, S.M., di 39 anni e a A.L. di 38 anni. Tutti assistiti dai propri legali.

Nelle aule di via Falcone e Borsellino potranno scegliere se rispondere alle domande del pm e raccontare la propria versione dei fatti, oppure rimanere in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Proprio questa seconda strada sembra essere la più probabile, per permettere ai difensori di leggere ed esaminare a fondo i documenti a carico dei loro assistiti: molto corposo è infatti il fascicolo depositato in Procura. Altrettanto importante la serie di prove raccolte durante le indagini scattate nel dicembre del 2016.





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