ANNO 14 n° 117
''Mia figlia sa il silenzio che ho mantenuto fino adesso...''
Caso Gradoli, la Leosini intervista Paolo Esposito che ammette: ''Ho paura''
26/03/2018 - 06:54

VITERBO – ''Dove sono Tatiana e Elena?''. Franca Leosini intervista Paolo Esposito, condannato all’ergastolo per il duplice omicidio e l'occultamento dei cadaveri della compagna e della figlia che la donna ha avuto da una precedente matrimonio in Moldavia. ''Lo vorrei sapere anche io'', risponde lui. ''Storie Maledette'', il programma in onda ieri sera su Rai 3, si è occupato nella terza e ultima puntata di questa stagione del delitto di Gradoli.

È il 30 maggio del 2009 quando Tatiana Ceoban, che ha 36 anni, e sua figlia Elena, che di anni ne ha 13, misteriosamente scompaiono. I loro corpi non verranno mai ritrovati. Paolo Esposito, elettricista informatico, compagno all’epoca dei fatti di Tatiana, e Ala Ceoban, sorella di Tatiana e amante di Esposito, furono arrestati per duplice omicidio e occultamento di cadavere. In tutti e tre i gradi di giudizio i due amanti furono giudicati colpevoli. Esposito fu condannato all'ergastolo che sta scontando a Mammagialla, mentre per Ala la condanna fu riformulata in appello e convertita in otto anni per favoreggiamento, confermata in Cassazione.

Per i giudici il movente sarebbe stato duplice: permettere a Esposito di tenere con sé la figlia Erika, avuta nel 2003 con Tatiana che aveva interessato il tribunale di minori dopo aver trovato sul pc del compagno del materiale pedopornografico; e portare avanti senza più impedimenti la sua storia d'amore clandestina con Ala. Elena sarebbe stata soltanto ''una vittima necessaria'' dopo l'omicidio della madre.

''Quello che voglio è soltanto il ritrovamento di due persone'' spiega Esposito a Franca Leosini durante le quasi due ore di intervista in cui professa la sua innocenza. La giornalista lo incalza: ''Persone o corpi di persone?''. ''In questo momento non lo posso dire perché non lo so, ho delle convinzioni ma non ho certezze. Se sono vive o morte lo vorrei sapere anche io''. Qualcosa poi però dice: ''Secondo me Tatiana sapeva qualcosa, qualcosa più di me. Perché il padre di Elena dopo sette anni e mezzo non si è fatto vivo per chiedermi informazioni sulla figlia che è sparita? Sono scomparse e nessuno le ha mai cercate''. ''Allora sono vive?''. ''No'', dice.  ''Chi le ha eliminate?''. ''Sarà la procura a dirlo''. Si trattiene dal dire di più. ''Ha paura?'', gli domanda ancora la Leosini. ''Si'', ammette.

Durante la ricostruzione della vicenda sono emersi i vari punti oscuri delle indagini degli inquirenti: dal mancato ritrovamento dei corpi e dell'arma del delitto all'assenza del sangue di Elena nella cucina dove sono state trovate tracce di quello di Tatiana. ''O lei, come disperatamente afferma, è innocente. O Totò Riina in confronto è un dilettante'' è il commento ironico della napoletana.

Nella sentenza di appello è stata ribalta la posizione di Ala, passata dal carcere a vita a 8 anni di reclusione. Nel 2015 è tornata libera. Cancellata anche la premeditazione. ''C'è qualcosa che non va. Perché a lei questa riduzione di pena – chiede Esposito – e a me hanno lasciato l'ergastolo? Come è stato fatto tutto quanto se non c'è stata premeditazione? O siamo tutti e due innocenti o tutti e due colpevoli''. Lui le aveva anche fatto una proposta di matrimonio quando era in carcere: ''Ma lei su consiglio del suo avvocato ha rifiutato''. 

A fine intervista si parla anche della figlia Erika. La ragazza, ancora minorenne, non può incontrare il padre in prigione perché gli è stata tolta la patria potestà. Quando compirà 18 anni, però, sarà libera di farlo. Sempre se lo vorrà. ''Sa chi sono, quello che faccio, sa tutto quanto. Sa anche il silenzio che ho mantenuto fino adesso. Io l'aspetto sempre e spero di parlarci a quattrocchi. Lei capirà subito, ne sono sicuro''.





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