ANNO 14 n° 117
Interrogatorio di garanzia in carcere per il giornalista
I difensori chiederanno la scarcerazione
25/11/2013 - 00:00

 

VITERBO - È il giorno del faccia a faccia tra Paolo Gianlorenzo, da sabato mattina rinchiuso nel carcere di Mammagialla, e il Gip Francesco Rigato che ne ha disposto l'arresto su richiesta del pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare delle varie inchieste il cui è coinvolto il giornalista. 
Gianlorenzo, qualora non decida di avvalersi della facoltà di non rispondere, dovrà spiegare una serie di comportamenti che, secondo il magistrato, sarebbero suggestivi  ''di una indubbia proclività a delinquere'' e di ''una spiccata pericolosità sociale''. 
Dapprima direttore del Nuovo Viterbo Oggi, quotidiano del gruppo Ciarapico, e poi dell'Opinione di Viterbo, una versione locale dell'Opinione di Arturo Diagonale, entrambi chiusi, Gianlorenzo  è accusato di estorsione ai danni dell'ex assessore provinciale Paolo Bianchini, in concorso con il suo ex difensore Samuele De Santis; di minacce e violenza privata nei confronti della moglie dell'ex consigliere regionale Francesco Battistoni (parte lesa in altri due procedimenti penali in cui è indagato il giornalista): di calunnia contro gli agenti della Polstrada che hanno condotto le indagini sul suo conto. Questi ultimi sono stati accusati da Gianlorenzo di aver manomesso i documenti contenuti nel fascicolo a suo carico. 
Il primo reato, concorso in estorsione, risale a circa un anno fa, mentre gli altri due sarebbero stati commessi più recentemente: l'ultimo episodio di minacce e violenza privata nei confronti della moglie di Battistoni, secondo quando denunciato dalla medesima, sarebbe avvenuto alcune settimane fa. 
I difensori del giornalista, Carlo Taormina e Franco Taurchini, hanno annunciato che chiederanno la scarcerazione del loro assistito. Secondo Taormina, l'episodio più grave, l'estorsione, sarebbe datato e, quindi, senza alcuna attualità tale che possa giustificare l'arresto.
Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, però, il Gip fa esplicito riferimento anche alla possibilità che Gianlorenzo possa tentare di inquinare le prove e, soprattutto, possa commettere nuovi reati. S'annuncia quindi un braccio di ferro che. Probabilmente finirà davanti al Tribunale del riesame di Roma.

VITERBO - È il giorno del faccia a faccia tra Paolo Gianlorenzo, da sabato mattina rinchiuso nel carcere di Mammagialla, e il Gip Francesco Rigato che ne ha disposto l'arresto su richiesta del pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare delle varie inchieste il cui è coinvolto il giornalista.

Gianlorenzo, qualora decida di non avvalersi della facoltà di non rispondere, dovrà spiegare una serie di comportamenti che, secondo il magistrato, sarebbero suggestivi  ''di una indubbia proclività a delinquere'' e di ''una spiccata pericolosità sociale''. 

Dapprima direttore del Nuovo Viterbo Oggi e poi dell'Opinione di Viterbo, entrambi chiusi, Gianlorenzo  è accusato di estorsione ai danni dell'ex assessore provinciale Paolo Bianchini, in concorso con il suo ex difensore Samuele De Santis; di minacce e violenza privata nei confronti della moglie dell'ex consigliere regionale Francesco Battistoni (parte lesa in altri due procedimenti penali in cui è indagato il giornalista); di calunnia contro gli agenti della Polstrada che hanno condotto le indagini sul suo conto. Questi ultimi sono stati accusati da Gianlorenzo di aver manomesso i documenti contenuti nel fascicolo a suo carico. 

Il primo reato, concorso in estorsione, risale a circa un anno fa, mentre gli altri due sarebbero stati commessi più recentemente: l'ultimo episodio di minacce e violenza privata nei confronti della moglie di Battistoni, secondo quando denunciato dalla medesima, sarebbe avvenuto alcune settimane fa. 

I difensori del giornalista, Carlo Taormina e Franco Taurchini, hanno annunciato che chiederanno la scarcerazione del loro assistito. Secondo Taormina l'episodio più grave, l'estorsione, sarebbe datato e, quindi, senza alcuna attualità tale che possa giustificare l'arresto. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, però, il Gip fa esplicito riferimento alla possibilità che Gianlorenzo possa tentare di inquinare le prove e, soprattutto, possa commettere nuovi reati. S'annuncia quindi un braccio di ferro che, probabilmente,  finirà davanti al Tribunale del riesame di Roma.





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