ANNO 14 n° 79
Indagati altri due dirigenti comunali
Si tratta di Stefano Quintarelli (ragioneria e bilancio) e Sara Palombi (ambiente)
04/06/2015 - 00:00

VITERBO - Altri due dirigenti di Palazzo dei Priori sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'operazione ''Vento di maestrale''. Si tratta di Stefano Quintarelli, responsabile del settore ragioneria, bilancio e contabilità e di Sara Palombi, addetta al settore lavori pubblici e ambiente. Nei loro confronti, la Procura della Repubblica ha ipotizzato il concorso in frode alla pubblica amministrazione (articolo 356 codice penale) e truffa (articolo 640 codice penale).

Stando all’accusa, Quintarelli e Palombi, ''con la collusione'' di Ernesto Dello Vicario, il dirigente del settore lavori pubblici e ambiente, diretto superiore della Palombi, avrebbero chiuso più di un occhio sulle ''condotte artificiose e raggiranti'' architettate ai danni del Comune di Viterbo dai responsabili della Viterbo Ambiente Francesco Bonfiglio, Rosario Carlo Noto La Diega, Maurizio Tonetti, e Fulvio Santini, ex presidente della Comunità Montana dei Cimini, esponente del Pci-Pds, tutti agli arresti domiciliari da ieri mattina. Con loro c'è anche Francesco Zadotti, presidente della Ternara Calcio, uomo di fiducia di Manlio Cerroni, il ''re'' dei rifiuti di Roma, proprietario della maxi discarica di Malagrotta, arrestato nel gennaio 2014.

Nel dettaglio, il pubblico ministero Massimiliano Siddi contesta a Quintarelli e Palombi, oltre che a Dello Vicario, di aver in qualche modo consentito alla Viterbo Ambiente di omettere sistematicamente di eseguire la pulizia meccanica del territorio, così come stabilito dal capitolato speciale d’appalto. E ancora, di aver celato ''le inadempienze sistematiche'' della società attraverso il taroccamento del sistema di rivelazione satellitare dell’attività dei mezzi adibiti alla pulizia delle strade.

Ad avviso della procura, Quintarelli e Palombi avrebbero concertato con Dello Vicario la preparazione del Piano economico e finanziario 2014, da sottoporre al vaglio del consiglio comunale, in modo tale da favorire la Viterbo Ambiente, non applicando penali ''adeguate alla gravità delle inadempienze'' per importi rilevantissimi. Ad avviso del pubblico ministero, alla Viterbo Ambiente sarebbero stati abbonati 470 mila euro penali, ai quali vanno aggiunti 452mila euro per non meglio specificate migliorie del servizio di spazzamento, 141mila euro per le maggiori utenze servite, 312mila euro per spese amministrative, nonché 273mila euro per incremento Istat. Tutte somme che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbero state ''riconosciute fittiziamente'' alla società incaricata dell’igiene urbana.

L’accusa più pesante contestata a Quintarelli, Palombi e, in particolare, a Dello Vicario è di aver fatto approvare dal consiglio comunale il Piano economico e finanziario 2014, riconoscendo alla Viterbo Ambiente la somma complessiva di 10milioni e 260mila euro, ritenuta enormemente gonfiata. In pratica, Dello Vicario, in concorso con Quintarelli e Palombi, come si legge del decreto di perquisizione eseguito ieri mattina negli uffici comunali, nella sede della società e alcune abitazioni private, avrebbe ''indotto in errore l’amministrazione comunale'' e procurato alla Viterbo Ambiente ''l’ingiusto profitto derivante dalla percezione di somme rispetto alle quali non aveva titolo, co pari danno della stessa amministrazione…''. Significativo in  questo proposito è l’sms inviato da Dello Vicario e Quintarelli; ''Non ci hanno capito nulla – scrive subito dopo l’approvazione del Piano economico e finanziario 2014 da parte del consiglio comunale -, comunque è tutto ok''. 

Secondo quanto si è appreso, però, gli investigatori starebbero scavando ancora più a fondo nel bando del 24 marzo 2011. Il sospetto è che siano inserite delle clausole che avrebbero potuto, come in effetti sarebbe avvenuto, consentire alla società appaltatrice di ottenere il massimo del guadagno con il minimo della spesa. Insomma, il contratto sarebbe in qualche misura funzionale alla truffa che sarebbe stata consumata ai danni di Palazzo dei Priori fino al 2014. 

Il ruolo preminente di Dello Vicario nell'affarie rifiuti è confermato anche nelle 137 pagine dell'ordinanza con la quale il gip Franca Marinelli ha disposto gli arresti domiciliari per nove indagati. Il magistrato definisce infatti Dello Vicario ''figura chiave del sodalizio'' e ''connivente'' con Viterbo Ambiente. Sarebbe stato lui l’uomo della società a Palazzo dei Priori, colui che non ha eseguito ''i doverosi controlli e ha omesso le contestazioni che avrebbero dovuto portare all’applicazione delle sanzioni''.  

Questo per quanto riguarda il filone d’inchiesta concernente la Viterbo Ambiente. Novità sarebbero in arrivo anche per quanto riguarda l’altro filone, relativo all'impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti di Casale Bussi da parte della Ecologia Viterbo. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero altri nomi, oltre a quelli dei responsabile della società Daniele Narcisi, il direttore tecnico Massimiliano Sacchetti e il responsabile della pesa Massimo Rizzo, finiti agli arresti domiciliari. E non è escluso che la pista seguita dalla procura possa arrivare fino alla Regione Lazio che, di fatto, aveva assegnato a Ecologia Viterbo l’incarico di trasformare i rifiuti in Cdr (combustibile da rifiuti). Secondo indiscrezioni, la procura starebbe verificando a chi spettavano i controlli sull’attività dell’impianto e perché nessuno si sia accorto che nel 2012 a Casale Bussi non sarebbe stato affatto prodotto Cdr e perché quello sfornato negli anni successivi non avrebbe i requisiti previsti dalle norme. Anche in questo caso si sarebbe ottenuto il massimo del guadagno con il minimo della spesa. Ovviamente i comuni della Tuscia, quindi i cittadini, hanno pagato il servizio a prezzo ''pieno''.





Facebook Twitter Rss