ANNO 14 n° 117
Giallo di Gradoli, oggi è il giorno del giudizio
Dopo quattro anni e mezzo la verità sui presunti amanti diabolici Ala e Paolo
26/11/2013 - 01:01

VITERBO – (ale.ser.) “The End”. Forse. Oggi. Dopo quattro anni, cinque mesi e 26 giorni.

Con la lettura della sentenza, questa mattina, i giudici della Corte di Cassazione concluderanno l’ultimo capitolo del romanzo “Il Giallo di Gradoli”.

Collegio difensivo e parti civili sono stati convocati per le ore 10 e, poi, una manciata di minuti per conoscere la verità. Per sapere se Paolo Esposito ed Ala Ceoban sono davvero gli amanti diabolici dipinti in questi anni in sede processuale. Quelli che, per coronare il loro sogno d’amore, si sono sbarazzati di Tatiana Ceoban (compagna dell’elettricista di Gradoli e sorella della giovane moldava) e della figlia tredicenne Elena. Senza di loro avrebbero vissuto felici e contenti nella villetta a Cannicelle insieme alla piccola Erika; la bambina, che oggi vive a Bologna, nata dalla relazione tra Tania ed Esposito.

Questo il castello accusatorio, montato in sede di indagini preliminari e condiviso in todo dalla Corte d’assise del giudice Maurizio Pacioni che, il 13 maggio 2011, li avrebbe condannati all’ergastolo. Diversa la ricostruzione dei giudici di Roma che, il 21 giugno 2012, confermano il carcere a vita per Esposito, mentre ad Ala infliggono otto anni solo per il favoreggiamento e l’occultamento dei cadaveri di sorella e nipote.

Una sentenza, quella della Corte d’assise d’appello, che, se possibile, aveva ingarbugliato ancora di più il giallo. L’avvocato Enrico Valentini aveva parlato di “illogicità e manifesta contraddittorietà delle motivazione”. Quindi il ricorso in Cassazione. Il cui verdetto, si spera, fornisca i pezzi che ancora, dopo quattro anni e mezzo, mancano al confuso puzzle.

Forse proprio per questo, il 14 novembre scorso, avevano preferito riservarsi. Forse, anche per i giudici capitolini, il quadro è tutt’altro che nitido e avevano bisogno di più tempo prima di emettere il giudizio.

La Suprema Corte, infine, dovrà pronunciarsi anche sul ricorso presentato dal procuratore generale per Ala che, infatti, sebbene abbia finito di scontare la pena, non è ancora uscita dalla casa circondariale di Civitavecchia (dove è reclusa dal 5 agosto 2009).





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