ANNO 14 n° 116
Cna: ''Imprese sole nell'emergenza, avviate azioni legali''
12/04/2013 - 18:52

VITERBO - Sono stati pubblicati oggi nuovi dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulla elevata concentrazione di arsenico nell’acqua e sui rischi che ne conseguono per la salute dei cittadini della Tuscia. Si punta l’attenzione sulla catena alimentare, in particolare sul pane, dove sarebbero stati rilevati valori superiori a quelli consentiti. ''Respingiamo l’allarmismo. Le nostre imprese affrontano già da qualche anno, purtroppo in solitudine, l’emergenza arsenico, perche si sono dotate, a proprie spese, di impianti privati di dearsenificazione e quelle che non lo hanno fatto si approvvigionano comunque di acqua minerale in bottiglia, come peraltro imposto dalla normativa vigente'', afferma Claudio Cavalloro, presidente dell’Associazione Provinciale Panificatori e Pasticceri di Viterbo, che prosegue: ''Si dica quando e dove sono state effettuate le analisi che evidenziano valori oltre i limiti''.

''Non si può continuare a scaricare sulle imprese responsabilità che appartengono ad altri, innanzitutto alla Regione. Ci auguriamo che il neopresidente Nicola Zingaretti adotti le misure che servono per risolvere definitivamente il problema, anche tenendo conto degli studi e delle proposte dell’Università della Tuscia'', afferma Cavalloro.

Sull’acqua all’arsenico interviene anche la segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia: ''Nei giorni scorsi, insieme con Confcooperative, abbiamo deciso di avviare azioni legali per far accertare, a titolo di risarcimento del danno subito, il diritto al rimborso delle spese sostenute da parte delle imprese che sono state o saranno costrette a installare impianti di potabilizzazione per poter utilizzare l’acqua nel ciclo produttivo. Il danno subito deriva, infatti, dalla violazione, da parte del gestore del servizio idrico integrato, dell’obbligo di fornire acqua senza arsenico e conforme ai parametri di potabilità stabiliti a livello comunitario''. Il giudizio riguarderà anche l’accertamento del diritto al dimezzamento delle bollette, così come la restituzione del 50 per cento versato in più dal momento in cui l’acqua non è stata più potabile. 





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