VITERBO - Pier Luigi Bersani 9.274 voti, pari al 60,07%; Matteo Renzi 6.165, pari al 39,93%: questi i risultati definitivi del turno di ballottaggio delle primarie del centrosinistra nella Tuscia. Bersani ha vinto in provincia mentre Renzi ha “riconquistato” Viterbo città (e le frazioni) e ha bissato il successo a Civita Castellana, secondo centro della provincia, storica roccaforte Pci-Pds-Ds.

Complessivamente hanno votato 15.469 iscritti agli elenchi delle primarie. Al primo turno avevano partecipato in 17.352. C’è quindi stato un calo di 1.883 elettori, diffuso uniformemente in tutti i comuni.

Bersani ha ottenuto un vero e proprio plebiscito a Canepina, dove ha ottenuto 501 voti, pari all’88,05%, inchiodando Renzi a 68 voti, pari all’11,95%. Il sindaco di Firenze ha avuto la percentuale più alta a Capodimonte, 59,32% (70 voti). Renzi, oltre a Viterbo, dove ha ottenuto 1.591 voti contro i 1.459 voti di Bersani, e Civita Castellana, dove ha avuto 392 voti, pari al 50,39%, contro i 386 voti di Bersani, pari al 49,61%, a Vignanello, Vitorchiano, Proceno e Trevinano. Bersani, invece, ha ribaltato, sebbene per una manciata di voti, i risultati del primo turno a Montefiascone e Tarquinia.

Renzi ha ottenuto complessivamente 6.165 voti, 60 in meno del primo turno. Quindi ha sostanzialmente mantenuto tutto il suo elettorato. Più complessa l’analisi per Bersani. Il segretario del Pd, infatti, ha sì ottenuto 9.274 voti, cioè 1.546 in più rispetto al primo turno, ma se si tiene conto che gli altri tre candidati alle primarie, Nichi Vendola (2.880  voti alle primarie), Laura Puppato (294) e Bruno Tabacci (144) avevano invitato i rispettivi elettori a riversare i loro voti su Bersani, i conti non tornano. Quest’ultimo avrebbe dovuto infatti ottenere 11. 046 voti. Esattamente 1.772 in meno. Ciò potrebbe significare che la larga maggioranza degli elettori di Vendola, al ballottaggio, hanno disertato le urne.

Al di là della vittoria di Bersani, ampiamente scontata, emergono due circostanze che non faranno dormire sonni tranquilli alla nomenclatura del Pd Viterbese: la vittoria di Renzi nel capoluogo, epicentro del potere del Triumvirato Sposetti-Fioroni –Parroncini e quel 40% di voti sfuggiti al controllo dei vari rais locali, abituati ad obbedir tacendo. Tra meno di un anno, infatti, il Pd dovrà celebrare nuove primarie, questa volta collegate al congresso del partito. E se i “rottamatori” dovessero confermare il 40% dei consensi ottenuti, significherebbe che quasi la metà di loro dovrebbe schiodare le terga dalle poltrone. Insomma, nulla sarà più come prima. Allora, forse, il Pd diventerà davvero un partito.

BERSANI - 7.728 (44,59%)

RENZI - 6.225 (35,93%)

VENDOLA - 2.880 (16,62)

PUPPATO - 294 (1,70%)

TABACCI - 144 (0.83%)